Appena sei anni fa il Fussballclub Zürich, per noi italiani più semplicemente F.C. Zurigo, viveva una delle pagine più buie della propria storia. Dopo 27 anni filati in Super League, la massima serie svizzera, il club biancoblu retrocedeva infatti in seconda divisione al termine di una stagione che definire disastrosa è un eufemismo. A fare la differenza all’epoca tra l’inferno e il paradiso fu il punto di differenza (in meno) dalla grande candidata alla retrocessione di quell’anno, il Lugano di Zdenek Zeman, che aveva invece saputo approfittare di un finale di stagione a dir poco raccapricciante dei biancoblu capaci di racimolare nelle ultime dieci giornate di campionato la miseria di sei punti frutto di una vittoria, tre pareggi e ben sette sconfitte di cui sei consecutive. E pensare che era quella una rosa che poteva contare su alcuni elementi di esperienza come, ad esempio, Varela o Alexander Kerzhakov. Il paradosso fu che quella squadra, già con la certezza matematica della retrocessione, riuscì comunque a vincere la Coppa di Svizzera, cosa che l’anno seguente consentì al F.C. Zurigo di partecipare all’Europa League. Ma questa infondo è un’altra storia. Un brutto ricordo sempre più ormai sbiadito dal tempo.
Tanto più oggi che, con tredici punti di vantaggio sul Basilea a sei giornate dal termine della stagione, il F.C. Zurigo si appresta a vincere il tredicesimo campionato della sua storia.
Una cavalcata trionfale
La vittoria di sabato scorso per 2-1 sullo Young Boys, arrivata grazie alla doppietta di Assan Ceesay (sedici gol per lui in campionato), ha infatti consentito allo Züri di allungare sul Basilea (fermato sullo 0-0 dal Sion) e riprendere spedito la corsa verso un titolo che i passi falsi nelle due uscite precedenti contro Grasshoppers e Servette avevano rallentato. A meno di (ad oggi) imponderabili disastri, lo Zurigo potrebbe tagliare il traguardo tra due settimane aggiudicandosi il titolo nello scontro diretto del prossimo primo maggio.
Artefice di quella che ha tutti i connotati di una cavalcata trionfale (i biancoazzurri guidano la classifica con 66 punti raccolti in 30 giornate) è André Breitenreiter, allenatore abituato a grandi imprese. Non tutti infatti ricordano forse che il quarantottenne allenatore tedesco, con un passato da attaccante, tra le altre, di Hannover, Amburgo e Wolfsburg (con uno score di circa 150 presenze in Bundesliga e 28 gol all’attivo), è stato anche l’artefice del miracolo Paderborn.
Era l’estate del 2013 quando il club della Renania settentrionale affidò a lui la panchina per condurre una tranquilla stagione in Zweite Liga. Una mossa piuttosto sorprendente considerato che fino a quel momento Breitenreiter vantava come apice del suo curriculum da allenatore un secondo posto in Regionalliga con l’Havelse, unico club per altro guidato fino a quel momento. Eppure si rivelò una scelta vincente considerato che al termine della stagione il Paderborn conquistò la sua prima storica promozione in Bundesliga.
Questa è stata fino ad oggi la più grande impresa di André Breitenreiter come allenatore. Un’impresa destinata a passare in secondo piano se dovesse arrivare il titolo con il F.C. Zurigo.
E pensare che il club biancoblu non cominciava certo la stagione di Super League da favorito, considerato anche che lo Züri non era mai andato oltre il settimo posto (su 10 squadre partecipanti alla massima serie) nelle tre stagioni precedenti. Le compagini più accreditate per la vittoria finale ad inizio stagione erano infatti Young Boys e Basilea che del resto hanno dominato la scena nelle ultime 12 stagioni con l’egemonia dei gialloneri di Berna, reduci da quattro titoli consecutivi, che aveva sovvertito lo strapotere dei rossoblù che avevano dominato in lungo e in largo nelle precedenti otto stagioni.
Ed in effetti l’avvio di stagione sembrava destinato a confermare i pronostici con il F.C. Zurigo che dopo un filotto di quattro vittorie nelle prime quattro giornate aveva poi bruscamente frenato la sua corsa pareggiando con San Gallo e Servette e rimediando due sonore batoste proprio contro Young Boys (4-0 a Berna alla sesta giornata) e Basilea (3-1 all’ottava giornata). I quindici punti conquistati nei successivi sei turni di campionato (uno dei quali maturato al termine di un pirotecnico 3-3 contro il Basilea) hanno però consentito ai biancoblu di riagguantare la vetta al termine della quattordicesima giornata. Da lì la squadra di Breitenreiter ha inanellato una serie di undici risultati utili consecutivi fatta di dieci vittorie ed un pareggio (1-1 sul campo del Sion lo scorso 20 febbraio) interrotta dalla sconfitta casalinga con il San Gallo (0-3) del 12 marzo, alla ventiseiesima giornata di campionato. La vittoria sul campo dello Young Boys nel turno successivo sembrava destinata a mandare in archivio la sconfitta con i biancoverdi alla voce incidenti di percorso. Invece, dopo il successo di Berna, hanno fatto seguito il pari nel derby con il Grasshoppers e la sconfitta sul campo del Servette. Altre due battute d’arresto che avrebbero potuto favorire il rientro del Basilea che invece non ha saputo approfittare del momento di sbandamento dello Züri. A rimettere il treno scudetto sul binario giusto è arrivata poi la vittoria di sabato scorso contro lo Young Boys (ancora!) ed ora la strada che porta al titolo sembra veramente in discesa.
Dzemaili, Gnoto e Oberagic: il tesoro del F.C. Zurigo
Come già detto in apertura, a decidere la sfida del Letzigrund è stata la doppietta di Assan Ceesay, attaccante gambiano classe ’94 visto anche nell’ultima edizione della Coppa d’Africa, che con i suoi 16 gol in campionato è il miglior marcatore dello Zurigo pur non essendo, almeno per blasone, la punta di diamante della rosa a disposizione di Breitenreiter.
Quel ruolo, infatti, spetta di diritto a Blerim Dzemaili che dall’alto della sua esperienza (prossimo ai 36 anni e con quasi 300 partite di Serie A all’attivo) è senza dubbio il giocatore più rinomato della rosa sebbene non sempre giochi titolare (appena 23 le convocazioni all’attivo per lui in Super League). Diciamo che il suo è un ruolo più da chioccia e dunque comunque prezioso. Ma quello dell’ex Bologna non è l’unico nome noto al pubblico italiano tra quelli dei giocatori in forza al F.C. Zurigo.
Nel club giocano anche, infatti, Ante Coric, promessa mai mantenuta della Roma, e Moritz Leitner, anche lui con un passato nella capitale ma tra le fila della Lazio. C’è poi un giocatore meno noto al grande pubblico ma italiano che gioca, con profitto, nel club.
Si tratta di Wilfried Gnoto, attaccante diciottenne che dopo essersi messo in evidenza nel Mondiale Under 17 ha deciso di lasciare il settore giovanile dell’Inter per confrontarsi con il calcio dei grandi. Una scelta che sta dando i suoi frutti se è vero che Gnoto è riuscito a ritagliarsi un ruolo nelle gerarchie di Breitenreiter collezionando 29 presenze e 8 gol in campionato. Uno di questi pesantissimo: quello rifilato di testa allo Young Boys lo scorso 28 novembre e che ha consentito allo Zurigo di battere di misura i rivali.
Altro giocatore fondamentale per l’impianto di gioco è infine Antonio Marchesano, trequartista italo-svizzero di 31 anni che ha sin qui totalizzato 12 gol e 5 assist in campionato. È lui uno degli elementi di esperienza, almeno dal punto di vista anagrafico, di una rosa per il resto abbastanza giovane ed il cui valore complessivo si attesta appena sui 33,15 milioni di euro (fonte Transfermarkt).
Quasi la metà del valore è riconducibile a due soli giocatori. Uno è Wilfried Gnoto, la cui valutazione attuale è di circa 6 milioni. L’altro è Becir Omeragic, difensore centrale appena ventenne che ha già esordito con la nazionale svizzera (quattro presenze per lui all’attivo) ed è valutato circa 8 milioni di euro.
È lui il vero pezzo pregiato dello Züri ed è probabilmente destinato a lasciare il club in estate considerato che il suo contratto è in scadenza a giugno 2023. Chissà che non segua le orme di Berat Djimsiti, uno che partendo da Zurigo di strada ne ha fatta poi parecchia.