In questo periodo è molto difficile chiamarsi Gonzalo Higuaín. L’attaccante che ha acceso la cronaca sportiva delle ultime estati, con il passaggio prima dal Napoli alla Juve, poi dai bianconeri al Milan e i vari mal di pancia connessi, sta rischiando di perdere l’appeal del grande campione che tutti abbiamo conosciuto. In questo caso, nonostante delle statistiche da top player in suo favore, il Pipita sembrava essere lontano da qualsiasi possibilità di rimanere in bianconero, dopo il trasferimento per 6 mesi alla corte del Chelsea.
Nell’estate 2016 si trasferiva a Torino per 90 milioni. Tre anni dopo eccolo di nuovo tornare in bianconero.
Perché Higuaín è rimasto a Torino?
Il numero 9 ha perso la posizione di protagonista assoluto, ritornando in una Juve che nel frattempo è stata arricchita di grandi campioni come Cristiano Ronaldo e future promesse, leggasi Matthijs de Ligt. Anche se il tuo allenatore si chiama Maurizio Sarri e ha sempre stravisto per te, dal Napoli ai Blues, non può ritenersi una garanzia. Oggi Higuaín è un componente del gruppo “esuberi” che la Juventus doveva piazzare da qui alla fine del mercato. Da andarci cauti con le parole, ovviamente: questi giocatori in più sarebbero titolari inamovibili in qualsiasi altra squadra di Serie A. E poco importa se alla fine sia rimasto: il ruolo di Gonzalo – che al momento è preferito a Dybala – resta fuori dal progetto.
Cristiano Ronaldo, Mario Mandžukić, Paulo Dybala, Douglas Costa, Federico Bernardeschi e vari centrocampisti che potrebbe rendersi utili all’offensiva bianconera: il reparto è affollato e va snellito. L’argentino pesa sul bilancio juventino (31 milioni stagionali, ndr), nonostante i numeri parlino da soli. In due stagioni a Torino ha siglato 55 reti in 105 presenze tra campionato e coppa, più di un gol a partita facendo un calcolo molto banale a mente. Il numero 9 per eccellenza deve segnare e chiunque lotterebbe per avere una macchina da rete così forte e ben strutturata come nel caso del Pipita.
Cosa acquista la Juve con Higuaín?
Numero sulla maglia che, però, ha perso avendo preso la 21. Costrizione dall’alto o scelta personale, non si sa. C’è da dire che la “nove” è libera e tutto avrebbe portato all’arrivo in extremis di un nuovo innesto alla Mauro Icardi. Con lui in rosa, il reparto d’attacco bianconero sarebbe stato paragonabile a qualsiasi spiaggia di Rimini o Riccione nel periodo di Ferragosto. Eppure Higuaín in questa Juventus piena di campioni, come del resto lo è lui, e nuovi giocatori ci può stare eccome. Così alla fine Icardi ha preferito la silhouette della Tour Eiffel alla Mole Antonelliana e Gonzalo è rimasto. Ma per quanto?
Higuaín-Ronaldo, al momento, è una coppia gol con vista Champions League. Ci sarà da capire cosa farà e su cosa punterà Maurizio Sarri, ma di certo con una coppia di questo tipo in campo si potrebbe togliere tantissime soddisfazioni. Il Pipita in mezzo, con Cristiano Ronaldo da una parte e Douglas Costa dall’altra (soluzione finora percorsa), formerebbe un trio che farebbe vivere notti insonne a qualsiasi difensore avversario. C’è da dire che rimarrebbero in panchina giocatori del calibro di Mario Mandžukić, Paulo Dybala e Federico Bernardeschi, con i primi 2 possibili partenti in estate. Troppi o nemmeno tanto viste le 3 competizioni in cui sarà impegnata la Juventus nella prossima stagione, con un occhio di riguardo alla Champions League.
Non sarebbe stato meglio Icardi?
Attacco da gol o con problemi, qui si apre il dilemma. C’è chi considera Higuaín affine a Ronaldo, chi incompatibile. L’arrivo di Icardi, per questi ultimi, sarebbe significato la soluzione ideale che non avrebbe permesso, però, la continua permanenza in bianconero del Pipita. I gol sono molto importanti per una squadra, soprattutto nelle coppe europee dove è fondamentale farne e tanti per poter rincorrere il sogno finale. Il completamento del gioco di una formazione è dato dalla realizzazione della rete per mano (in questo caso gamba) del centravanti, normalmente. Gonzalo Higuaín possiede tutte le caratteristiche per poter realizzare le gioie della Juventus: fisico, fiuto del gol e tanta intelligenza calcistica.
Tra le avversarie, la Roma gli stava facendo la corte. C’è da dire che – ovunque andrà – farà le fortune della squadra che lo comprerà. La Juve è chiamata a scegliere. Chiamarsi Higuaín, oggi, non è per niente facile. Anche se, dopo tutto quello che è stato scritto, resti a Torino a giocarti le tue chances con un allenatore che ti apprezza e che nel 2016/117, a Napoli, ti fece segnare 36 reti in una stagione.