Guardiola, Marotta e gli arbitri: la ruota gira per tutti!

Al termine della gara di ieri sera tra Bayern Monaco e Juventus terminata 4-2 per i bavaresi, il dirigente dei bianconeri Marotta ha espresso il proprio disappunto sull’arbitraggio della partita, non nascondendo una forte vena polemica nei confronti dell’arbitro Eriksson. Davanti alle telecamere di Mediaset Premium il direttore generale ha chiesto rispetto per la Vecchia Signora e per il calcio italiano in generale: «A livello internazionale dobbiamo farci tutelare. Il danno non è solo per la Juve, è per tutto il calcio italiano: certi arbitraggi fanno molto male».

Di tutta risposta il tecnico dei tedeschi Guardiola ha consigliato ai bianconeri un approccio molto più “sportivo” e meno polemico alla questione, soprattutto visto l’elevato tasso tecnico della squadra: “La Juventus è troppo grande, non si può lamentare per un errore arbitrale che non è stato decisivo. Decisivi sono stati gli errori di Morata e Cuadrado. Gli arbitri possono sbagliare, ma stasera non è stato questo a fare la differenza”

Se da una parte è facile filosofeggiare sulla sportività quando si vince, dall’altra sarebbe anche giusto ricordare che quando gli errori arbitrali vengono commessi a proprio sfavore nessuno esita a sottolinearli, vero Pep?
Infatti durante la Champions League 2009 e nell’edizione del 2011, Guardiola non risparmiò aspre critiche prima all’arbitro Stark e poi al collega Proença in vista delle semifinali (Barcellona – Chelsea e Barcellona – Real Madrid). Inoltre tirò in ballo ironicamente anche la “super-vista” di un assistente di linea che segnalò un gol decisivo di Pedro in (giusto) fuorigioco, seppur di soli 2 cm, nella finale di Copa del Rey giocata sempre contro il Real.

Stesso discorso vale per Marotta e la dirigenza bianconera tutta che, almeno in Italia, fa del rispetto degli arbitri e del loro operato un suo baluardo. Senza rivangare scandali ormai decennali, basti ricordare le forti polemiche del post Milan – Juve 1-1 del febbraio 2011 (avete presente il gol di Muntari?) o quelle di un Juventus – Roma 3-2 dove i bianconeri beneficiarono di due rigori fischiati fuori area e di un gol decisivo viziato da un netto fuorigioco. In entrambi i casi la dirigenza bianconera glissò sull’accaduto definendo “non decisivo” l’errore arbitrale in questione e che “sarebbe riduttivo ridurre tutto alle decisioni dell’arbitro“, vennero poi definite “inaccettabili” le parole degli avversari (Totti nello specifico).

Come abbiamo visto, tutto il mondo è paese. Quando si vince è facile passare oltre gli errori arbitrali (sempre in buonafede, per carità) e quando si perde è facile nascondere le proprie responsabilità dietro le colpe altrui. Prima di vincere sul campo, bisognerebbe imparare a saper vincere rispettando le regole e tutti gli interpreti del match, arbitri o avversari che siano, e a riconoscerne la superiorità soprattutto quando si esce sconfitti dal terreno di gioco.