Non è tutto oro quel che luccica. Nonostante l’ottimo cammino della Nazionale agli ultimi mondiali brasiliani o l’inattesa quanto convincente vittoria di martedì scorso dell’Olympiacos ai danni dei vice campioni d’Europa dell’Atletico Madrid nel primo turno di Champions League, c’è una faccia del calcio greco che non sorride affatto. E’ quella della Serie B. La crisi finanziaria, infatti, ha costretto i presidenti della serie cadetta ellenica a richiedere la sospensione a tempo indeterminato del campionato dopo appena dieci giorni dall’avvio. Tanti i debiti accumulati che, nonostante il ridimensionamento degli organici e degli stipendi, continuano a gravare sui club che non possono più contare neanche sul main sponsor della competizione ovvero l’Opap di Atene, consorzio di scommesse, che ha tagliato del 30% i fondi.
La crisi profonda, che in Grecia non ha colpito di certo soltanto il calcio, ha spinto i proprietari a chiedere l’intervento del premier Samaras. Anche perché i problemi, rimanendo nell’ambito pallonaro, non riguardano certo solo i club minori. Il Panathinaikos, storico club della capitale, per mesi non è stato in grado di pagare l’affitto dell’impianto di gioco lo scorso campionato. Peggio è andata ai rivali dell’AEK Atene che, dopo novanta anni di successi, sono stati costretti a portare i libri in tribunale e ripartire dalle serie minori. Per fortuna c’è la Nazionale. Che ha rinunciato al premio Mondiale per consentire alla Federazione ellenica di rinnovare il centro di allenamento.