Niente di nuovo sul fronte gaelico. Nell’anno che riconsegna i Rangers Glasgow alle cronache europee, la Scottish Premier League è tornata a far parlare di se. Indubbiamente il prodotto finale è sempre lo stesso, con il 50° titolo per il giovane Celtic. Ma nel mezzo sono emerse tante belle realtà, che hanno dato un minimo di brio alla primissima parte di stagione. Quantomeno fino al periodo natalizio, quando poi il giovane Celtic si è ripreso la vetta e non l’ha più mollata: 16 risultati utili consecutivi nel finale di stagione ed en plein con le finali di Coppa di Lega e Coppa di Scozia. Macchia inevitabile l’Europa, dove è arrivata prima l’eliminazione ai preliminari di Champions League e poi ai sedicesimi di Europa League a vantaggio del Valencia semifinalista. Si erano fatti apprezzare i cugini, allenati tra l’altro da Steven Gerrard: primissime partite giocate ad alti livelli, poi il crollo a Mosca in rimonta e l’eliminazione. In campionato però mai in grado di mettere effettivamente in discussione il primato dei cugini: anche il giovane Celtic continua a dominare e non né avrà per nessuno probabilmente ancora per un bel po’.
Giovane Celtic, i nomi
La cosa più bizzarra è certamente il cambio in corsa: nel mese di febbraio infatti Brandon Rodgers accetta l’offerta del Leicester, che ha da poco cacciato Puel. Offerta e progetto più allettante convincono l’ex Liverpool ha lasciare, venendo sostituito dall’ex bandiera Neil Lennon, scaricato dall’Hibernian. Tatticamente parlando cambia molto poco: uno scolastico 4-2-3-1 a trazione anteriore. Punta di diamante il francesino Odsonne Edouard: scuola PSG, è l’erede ideale di Moussa Dembélé, a Lione dal mese di agosto e di fatto unica cessione pesante del mercato estivo. La pressione sembra averla retta alla perfezione, rilegando Leigh Griffiths esclusivamente al ruolo di comprimario, e il rude campionato scozzese è l’ambiente ideale dove farsi le ossa. Accanto a sé una serie di nomi importanti che si sono fatti conoscere: il 22enne Oliver Burke, promessa mancata del Lipsia e ora di proprietà del West Bromwich Albion, sulla corsia di destra e su quella sinistra Timothy Weah, figlio di George in prestito da gennaio dopo un inizio scoppiettante in Ligue 1 col PSG. 62 anni in tre ma trame di gioco di altissimo livello. Accanto qualche altro giovane come il 99 Mickey Johnson e il più esperto James Forrest, già ad 11 reti (record assoluto in carriera). Nel mezzo inoltre qualche vecchia, si fa per dire, conoscenza del calcio italiano: Olivier Ntcham, ex Genoa, e Filip Benkovic, difensore croato in prestito dal Leicester e qualche anno fa accostato a Roma e Inter. L’età media è relativamente bassa (26,7 anni) grazie anche agli altri nomi presi in prestito qua e là per l’Europa: il terzino Jeremy Toljan dal Borussia Dortmund, l’ala sinistra australiana Daniel Arzani, che però resterà fino al giugno del prossimo anno e i “prodotti casalinghi” come Kieran Tierney, cercato recentemente anche dal Napoli, il norvegese Kristoffer Ajer, il fantasista Ryan Christie. Nomi che oltre a vincere hanno ridato ai tifosi Hoopers un certo spirito di appartenenza, che non sempre con giocatori stranieri riesce.
Giovane Celtic, il futuro in Scozia
Un’altissimo numero di nazionali scozzesi che stanno componendo il nuovo corso della nazionale scozzese iniziato da Alex McLeish durante la Nations League che ha regalato la promozione in Lega B. Le qualificazioni ad Euro 2020 non sono partite benissimo ma grazie ai risultati della Nations League vi sarà un’ ulteriore possibilità. Fino ad allora sarà fondamentale che le compagini dell’Old firm continuino il proprio lavoro sui giovani locali in maniera da abituarli sempre più alle competizioni europee. E pescando qualche straniero magari si ha pure la possibilità di potersi regalare una qualche soddisfazione: l’aver passato un girone contro il Lipsia e l’aver fatto soffrire il Valencia per diversi tratti della doppia sfida certificano che con calma i risultati arriveranno, magari riuscendo a tornare anche solo ai fasti di qualche anno fa, quando il nome del giovane Celtic in Europa era più che rispettato.
Nel frattempo, però, oggi pomeriggio gli Hoopers si sono macchiati di un insuccesso che, per quanto poco probante, dice qualcosa: il 2-0 subito nell’Old Firm a Glasgow, ma in casa degli odiati cugini dei Rangers, ad Ibrox, ha significato una soddisfazione regalata ai rivali. Niente che possa minare il campionato, ampiamente al sicuro, ma uno scricchiolio che di certo piacere non fa.