Dopo aver conquistato la vetta del girone ed il passaggio agli ottavi di finale, la sorpresa Galles continua a sognare dopo la preziosa vittoria di misura contro i cugini dell’Irlanda del Nord. Niente male per una nazionale che si affaccia al Campionato Europeo per la prima volta nella sua storia e che soltanto nel 2008 perdeva fra le mura amiche contro una modesta nazionale come quella della Georgia.
Equilibrio e determinazione
Fra le tante squadre blasonate e farcite di campioni, il Galles è sicuramente la sorpresa più bella ed inaspettata. I Dragoni, nonostante la sconfitta (forse immeritata) contro l’Inghilterra, non hanno commesso passi falsi, riuscendo addirittura a balzare al primo posto del Gruppo B, proprio davanti agli uomini di Hodgson, con 6 rete messe a segno ed appena 3 subite. Anche la vittoria contro l’Irlanda del Nord, avvenuta grazie all’autorete di McAuley, ha messo in mostra tutte le qualità di un Galles che sembra non volersi fermare più. Coleman con pazienza ha plasmato una squadra solida e molto equilibrata, esaltando al massimo le potenzialità di ogni giocatore grazie al duttile 3-5-2, il modulo con cui i gallesi sono riusciti a rendersi più compatti e pericolosi.
Bale e Ramsey, i condottieri del Galles
A prendersi prepotentemente la scena nel Galles sono stati Gareth Bale e Aaron Ramsey, i due giocatori simbolo di questa nazionale. Il numero 11 del Real Madri è la stella più brillante di tutto l’Europeo, affiancato soltanto dall’eterno Iniesta. Criticato a causa del prezzo del suo cartellino (che gli è valso l’ironico soprannome di “Mister 100 milioni”), il gallese ha saputo rispondere alle malelingue con le sue prestazioni maiuscole offerte non solo in un club pieno di talenti come il Real, ma anche nella sua nazionale di cui è diventato il principale trascinatore. A dimostrare la sua incisività ci pensano i numeri: 3 reti messe a segno nelle partite del girone e lo zampino messo nell’autorete irlandese (derivata da un suo traversone) sono la palese dimostrazione che Bale è sempre più il Principe di un Galles che si aggrappa al suo idolo per continuare a sognare. Accanto a lui però un altro punto fermo è senza dubbio Ramsey, il platinato giocatore dell’Arsenal che ha preso in mano il centrocampo dirigendolo in maniera impeccabile in ogni partita. Il suo punto di forza è senz’altro l’ottima organizzazione di gioco, unita al sensazionale tempismo nelle incursioni che più volte hanno spezzato a metà le più solide difese avversarie. Ramsey è il punto cardine attorno al quale gira una squadra solida e caparbia, una formazione che ha mostrato di poter affrontare a testa alta anche i rivali più blasonati come l’odiata Inghilterra e determinata più che mai a raggiungere traguardi importanti dopo tanti anni bui. Quantità, qualità e spirito di sacrificio: con due fuoriclasse in una forma così straripante e un collettivo così unito, il Galles può davvero continuare a sperare. Ai quarti dovrà fare i conti con la vincitrice di Ungheria e Belgio ma i Dragoni non hanno paura: al suo debutto il Galles potrebbe già scrivere la storia.