Patatine e birre sparsi sul prato del nuovo Nándor Hidegkuti Stadion di Honvéd. Le celebrazioni del Ferencváros campione d’Ungheria, sobrie nella consapevolezza di un titolo che sarebbe arrivato comunque – visti i 10 punti di vantaggio sul MOL Vidi secondo e soprattutto una paurosa differenza reti (+ 43) – non hanno tradito le attese, sono perfino stati lanciati fuochi d’artificio malgrado la pirotecnia sia vietata. Così l’italiano Davide Lanzafame, torinese classe 1987 che nella Budapest tagliata in due dal Danubio parrebbe trovarsi piuttosto bene, ha potuto sollevare il secondo titolo nazionale dopo quello vinto lo scorso anno – ironia della sorte – proprio sul medesimo campo, quello dell’Honvéd, dedicato alla memoria dello storico attaccante dell’Aranycsapat di Gusztáv Sebes, Puskás e Kocsis, in cui cui fu titolare nonché primo ‘falso nueve‘ nella storia del calcio.
Ferencváros campione, vincere senza giocare
Il 22 agosto scorso, l’ucraino Serhii Rebrov fu chiamato a prendere in mano l’eredità del quinquennio in cui il tedesco Thomas Doll, passato all’Hannover 96, aveva conquistato in sequenza un terzo, un secondo, un primo, un terzo e un secondo posto. La progressione matematicamente ottimale prevedeva che l’ex mister della Dinamo Kiev vincesse il campionato Ungheria (Nemzeti Bajnokság I) al primo colpo, e così dunque è stato. Era da tre anni che il Ferencváros campione oggi mancava sul gradino più alto del podio, l’ultima volta accadde nel 2016 e Doll mise il ventinovesimo campionato Ungheria in bacheca. Da allora sembrava che il primato inebriasse, tanto che né l’Honved nel 2017 e né il MOL Vidi lo scorso anno sono riusciti a riconfermarsi campioni.
«Prima di tutto, vorrei congratularmi coi tifosi, lo staff e tutti quelli che hanno contribuito a questo successo, ma vorrei dire riguardo alla gara odierna che non siamo stati abbastanza precisi, abbiamo commesso molti errori e i ragazzi erano meno aggressivi». Il tono compiaciuto di Rebrov si spiega col fatto che già prima di scendere in campo era certo del trentesimo titolo. E’ la seconda volta in cui si arriva al Ferencváros campione senza che i biancoverdi debbano giocare: la prima curiosamente risale a tre anni fa, al 2016, quando il ko del Debreceni spalancò le porte della festa. Stavolta è il pari del MOL Vidi sulla Puskás Akadémia a far gioie le Zöld Sasok, «aquile verdi».
Ferencváros campione, la storia biancoverde
Dopo i cinque gol nel derby – l’Honvéd è di Kispest, il 19° distretto di Budapest, mentre Ferencváros è il nono – Rebrov ha concesso due giorni di riposo alla squadra, poi si tornerà a lavorare in vista del grande obiettivo chiamato Europa: nel 2018 l’Europa League fu persa nei playoff estivi col Maccabi tel Aviv, nel 2017 col Midtylland, nel 2016 col Zeljeznicar, nel 2015 col Rijeka. Se per il calcio ungherese è già un successo l’aver portato una rappresentante ai gironi di Europa League (il MOL Vidi, eliminato da Chelsea e BATE Borisov: l’ultima squadra ad aver superato il tritacarne dei preliminari fu il Debrecen nel 2009/10, con Gergely Rudolf e Róbert Feczesin in attacco).
Gábor Kubatov, classe 1966, studiò a Pesterzsébet – 20° distretto di Budapest – poi frequentò la facoltà di Agraria presso l’Università di Gödöllő ma interruppe gli studi. Oggi è un politico della destra conservatrice ungherese, partecipante alle Assemblee nazionali rappresentando il partito Fidesz, e presiede il Ferencváros campione d’Ungheria. Fu nominato il 25 febbraio 2011, quindi riconfermato il 28 ottobre 2014. Prese una squadra ancora scioccata dalla retrocessione patita nel luglio 2006, come punizione per le continue difficoltà finanziarie dopo aver concluso al sesto posto il campionato Ungheria, ma capace di risalire la china con la promozione del 2009: in ogni caso la gestione Kubatov è ricordata per il campionato Ungheria del 2016, le due prime storiche Magyar labdarúgó-ligakupa (Coppa di Lega), tre Magyar Kupa (Coppa d’Ungheria) e due Magyar Szuper Kupa (Supercoppe d’Ungheria). Queste ultime potevano essere tre, ma nel 2017 non si disputò la finale per le tensioni con la federazione.
Ferencváros campione, la vittoria di Lanzafame
Fondato nel nono distretto di Budapest il 3 maggio 1899, il Ferencváros campione oggi a quattro turni dal termine non è mai stato una costante: i suoi trenta titoli ne fanno la squadra più titolata d’Ungheria, ma 17 di quelli risalgono a prima del 1950. Il palmarés internazionale biancoverde si compone di due Coppe dell’Europa centrale, nel 1928 (battuto in finale il Rapid Vienna) e nel 1937 (vinta sulla Lazio allenata dall’ungherese József Viola), e la Coppa delle Fiere 1965 festeggiata al Comunale di Torino dopo il successo sulla Juventus. Persa la finale di Coppa delle Coppe 1975 dinanzi alla Dinamo Kiev di Oleg Blochin e festeggiati nuovi successi in campo nazionale grazie soprattutto all’estro di Flórián Albert, Pallone d’oro 1967 (a lui fu dedicato lo stadio che ospitò il Ferencváros campione fino al 2013/14).
In tutto questo, la sconfitta di sabato contro l’Honvéd ha fatto felici tutti: il Ferencváros campione d’Ungheria e i rossoneri vittoriosi sui primi della classe. I biancoverdi, ex squadra tra gli altri di Tamás Priskin, Balázs Lovrencsics, Zoltán Gera, Ádám Nagy, Dominik Nagy, Cristian Ramírez, Roland Lamah, Muhamed Bešić, Nikola Jakimovski, Balázs Megyeri e Kjartan Finnbogason, islandese ceduto a gennaio in Danimarca al Velje, hanno in rosa pure il 32enne Davide Lanzafame. Al primo anno in Ungheria l’ex Bari, Parma, Catania e Juventus realizzò 11 reti. Lo scorso anno ne mise a segno 18, oggi è a quota 14 e cerca il secondo scettro consecutivo da capocannoniere. Ironia della sorte, a 14 reti oggi c’è pure il suo ex compagno all’Honvéd Filip Holender. Lanzafame, che nell’est Europa ha trovato un calcio in ascesa, ma con meno pressioni e tatticismi rispetto all’Italia, si trova bene. E non vuol smettere di festeggiare sol suo Ferencváros campione.