“God save the Queen” e “Football is coming home” hanno risuonato per un po’ al Velodrome di Marsiglia. I tifosi inglesi ci speravano, erano convinti di poter vedere l’Inghilterra vincere per la prima volta all’esordio ad un europeo.
Quando però non si colgono le occasioni che si hanno e non si chiudono le partite, il rischio beffa resta ed anzi, col passare dei minuti aumentano le sue probabilità di verificarsi. Così ecco che al 92’ Shennikov fa partire un traversone sul secondo palo dove spicca la testa di Berezutski che punisce Hart e gli errori tattici di un’Inghilterra poco cinica. Inghilterra– Russia termina così incredibilmente 1-1.
Ci sperava più di tutti Roy Hodgson, coraggioso nello schierare una squadra super offensiva, anche troppo, e molto giovane (età media 25 anni), anche atipica rispetto alla formazione tipo che ha vinto tutte le partite del girone di qualificazione (unica nazionale a riuscirci) segnando 31 gol e subendone solo 3. Alla fine oltre a questo modulo e schieramento che costa fin troppe energie a molti degli uomini inglesi, Hodgson ha pagato un’errata tempistica nelle sostituzioni, che sono state solo due su tre e sono arrivate a soli dieci minuti dalla fine dell’incontro.
Nel primo tempo l’Inghilterra ha dominato totalmente e non ha fatto capire nulla a una Russia che in 45 minuti si è avvicinata ad Hart solamente una volta con un colpo di testa. Rose e Walker sono state delle saette e hanno fatto piovere un pallone dopo l’altro dalle fasce verso l’area, per la testa di Harry Kane o i piedi di Sterling, Alli e Lallana, che però non sono riusciti a trafiggere Akinfeev nemmeno un volta.
Nell’undici titolare fiducia totale al blocco Tottenham con Walker, Rose, Dier, Alli (vera sorpresa vederlo dall’inizio) ed Harry Kane. I due terzini come detto hanno fatto un ottimo lavoro sulle fasce grazie alla loro velocità.
Dier assieme a Rooney ha dato ordine in mezzo al campo e vista la moltitudine di uomini degli Spurs ha fatto da collante tra attacco e difesa ottimamente. La sua punizione dell’1-0 è battuta bene, ma non era molto angolata e Akinfeev (che 2 minuti prima aveva fatto la parata della vita sul piatto di Rooney) ci ha messo del suo per non prenderla.
La vera sorpresa è stata senza dubbio Dele Alli, schierato titolare e in una posizione più avanzata rispetto al suo tradizionale ruolo di centrale in mezzo al campo. Anche dalla trequarti però non è sembrato risentire di alcuna pressione nonostante i suoi 20 anni e ha sfoderato una prestazione da vero campione. E’ stato lui il regista dei leoni inglesi: ogni pallone è passato per i suoi piedi e lui ha sempre deciso bene tra l’apertura sulle fasce o la ricerca della via centrale per provare il tiro.
Il giovane si è preso il posto di Wayne Rooney, che invece è stato spostato dietro a fare la mezz’ala, come fatto quest’anno spesso con Van Gaal nello United. Grande gara di sacrificio come al solito per il capitano, fatta di tanta corsa e altruismo. Forse uno degli errori di Hodgson è stato proprio questo utilizzo del 10 dello United: schierato in quella zona del campo così lontano dalla porta ne hai ridotto di molto l’apporto che può dare, in quanto più lontano dai pressi dell’area ed eliminato il suo contributo nei pressi dell’area avversaria dove invece Rooney ha sempre fatto colpito senza pietà. Da considerare anche l’uomo: Wayne ha fatto una partita di grande sacrificio come al suo solito, ma in una zona che richiede un grande dispendio di energie, forse troppe per la sua età e per il suo modo di giocare attuale. Non sarebbe un azzardo se nelle prossime partite si tentasse di schierarlo dietro Kane; se non nella posizione originaria ormai occupata da Alli (destinato a restarci se continua a giocare così) quantomeno in una esterna, magari al posto di Lallana.
Al suo posto negli ultimi minuti è entrato Jack Wilshere (chiamato al posto di Drinkwater nonostante sia stato fuori a lungo per infortunio), che ha dato un buon ricambio in mezzo e sarebbe dovuto entrare in precedenza per poter spaccare la partita e riprendersi dalle avanzate russe del secondo tempo, tenere il pallone su e uccidere poi il match.
Uno dei colpevoli di questo 1-1 è Harry Kane che nel primo tempo ha lavorato poco da punta e fatto invece un lavoro da trequartista/ falso nueve: ha giocato infatti spesso largo e fatto da sponda per Lallana e Sterling ma non ha mai creato superiorità fisica e numerica in area come avrebbe dovuto e nel secondo tempo poi è sparito completamente.
E a proposito delle due ali di Liverpool e Manchester City. Nei primi 20’ sono quelli che hanno le occasioni più nitide, ma la scarsa mira di Lallana prima e l’ottimo intervento in scivolata di Smolnikov su Sterling poi hanno tenuto il match sullo 0-0 fino alla punizione di Dier.
Per la Russia non è arrivata la prima vittoria in un europeo, ma questo risultato è comunque ottimo.
Nel primo tempo infatti la giovane squadra rifondata da Leonid Slutsky è arrivata alla conclusione in porta solo con un colpo di testa di Ignashevich, è apparsa lenta e impacciata, con due centrali di difesa inesistenti e i due terzini Smolnikov e Shennikov costretti agli straordinari, ma soprattutto con le due ali Kokorin e Shatov che non sono esterni bensì prime punte.
Nel secondo tempo invece è stato ottimo il rientro in campo degli zar, che si sono chiusi bene dietro, c’è stato il supporto dei centrali e soprattutto le sovrapposizioni in avanti dei due terzini e la musica incredibilmente è cambiata. Nei primi 20’ della ripresa sono arrivate tre occasioni in cui l’Inghilterra ha rischiato di subire l’1-0 grazie a Smolov o alle sponde di Dzyuba, sempre cercato con lanci alti in avanti.
Nonostante le assenze di uomini importanti come Zhirkov o Kherzakov, la squadra russa non ha avuto paura di provare l’affondo, complice anche la stanchezza dei leoni inglesi che hanno faticato anche ad andare sulle fasce dai soliti Walker, Rose, Alli (più allargato rispetto alla prima frazione di gioco) e Sterling e questo coraggio si è tramutato nel gol finale di Berezutsky, servito alla grande sul secondo palo da Shelnikov.
L’Inghilterra non è tra le favorite alla vittoria, ma se Roy Hodgson corregge i suoi errori di formazione, potrà essere certamente la prima delle outsider e far tornare a cantare “Hey Jude” ai suoi tifosi.
Piccola nota finale dedicata agli scontri tra hooligans a Marsiglia: ci si preoccupava tanto del rischio di attentati terroristici che forse ci si è dimenticati di certi personaggi che hanno a cuore solamente le loro pratiche barbare e che rovinano lo spirito di una competizione che invece raduna sotto lo stesso “tetto” tutte le nazioni che vi partecipano nello spirito della sana competizione. Episodi così nel 2016 hanno solo una definizione: vergognosi.