Inattesa, certo. Ma intanto con la vittoria per 1-2 sulla Sampdoria il Ferraris è espugnato e la Lazio, in attesa dei risultati di Milan ed Atalanta, al momento è lì a tre punti da quel quarto posto che vorrebbe dire Champions League.
Difficile capire come accadano certe cose. Un punto in tre partite con Spal, Sassuolo ed il già retrocesso Chievo sembravano aver compromesso senza appello il discorso Champions. E magari, quando sarà il momento di fare i conti, sarà effettivamente così. La vittoria di San Siro che ci ha regalato la finalissima di Coppa Italia del prossimo 15 maggio sembrava poi la pietra tombale del campionato 2018-2019 della Lazio. Concentrarsi sulla coppa per raggiungere l’Europa con tanti cari saluti alle velleità di agguantare la fase a gironi della coppa dalle grandi orecchie sembrava il mantra alla vigilia della trasferta ligure. La formazione rimaneggiata di Marassi e la rinuncia ad Immobile almeno dall’inizio, sembravano infine gli ultimi segnali inequivocabili di una resa annunciata e per certi versi già metabolizzata. Chi avrebbe mai gridato allo scandalo se oggi la Lazio non fosse uscita con i tre punti dal Ferraris?
Ed invece la Lazio al Ferraris ha vinto. Ha sofferto, più del dovuto considerato il doppio vantaggio e la superiorità numerica, ma ha vinto. Genova è stata espugnata. Ed ora la classifica dice settimo posto con 55 punti a -3 dalla quarta piazza occupata dalla Roma (che potrebbe essere -4 in caso di vittorie per Milan e/o Atalanta). Ed il finale è tutto da scrivere. Perché domenica prossima all’Olimpico arriva proprio l’Atalanta mentre la Roma salirà a Marassi per incrociare i tacchetti con il pericolante Genoa di Prandelli prima poi di ospitare la Juventus nel turno successivo.
Vero, le contendenti sono tante, il distacco da colmare è un problema della Lazio ed il calendario sembra sorridere più al Milan ed alla Roma che agli altri (l’Atalanta dovrà vedersela anche con la Juventus).
Ma se anche questa fosse solo l’ennesima lunga agonia, l’ennesima prova di quel masochismo che un po’ appartiene al nostro DNA, l’ennesimo procrastinare l’attesa sofferenza di un finale troppe volte già visto, sta comunque di fatto che intanto almeno per altri 90′, quelli dello scontro diretto di domenica prossima, avremo la possibilità di continuare a sognare. Vi sembra poco di questi tempi?