Madrid-Firenze: un connubio che rievoca corsi e ricorsi storici. Coppa dei Campioni 1957: i Blancos di Kopa, Di Stefano e Gento battono (2-0) i viola Campioni d’Italia di Fulvio Bernardini. Probabilmente avrebbe voluto esordire con un successo anche Nicolò Zaniolo, che però si è dovuto accontentare di un pareggio. Lui che al Bernabeu, che nel ’57 ospitava quella finale, ci ha già giocato quasi due mesi fa la prima da titolare con la maglia giallorossa nonché la sua prima assoluta in Europa. Sabato invece l’esordio da titolare in Serie A al Franchi contro la Fiorentina, dove tutto era incominciato nel 2013 a 14 anni con la dieci sulle spalle.
Nato un centinaio di chilometri più a nord, quando suo padre Igor giocava nello Spezia, dopo tre anni di viola venne scartato e rimase svincolato. Quindi un ritorno a casa nella paterna Liguria: Virtus Entella fra primavera e Serie B e quindi la chiamata dell’Inter, che si traduce in più gol e nello scorso titolo Primavera. in Estate dunque l’antefatto: valutato 4 milioni e mezzo nell’affare Nainggolan, approda nella capitale nel più totale anonimato. Un’intermezzo nell’Italia Under 19 ci lascia qualche informazione in più, come il fatto che sia definitivamente catalogabile come trequartista. Niente di promettente visto anche il modulo di Eusebio Di Francesco, che non prevede tale ruolo. Oggi però, in circostanze diverse, vediamo Zaniolo pienamente inserito nella rosa e in procinto di guadagnare sempre più minuti.
Dopo l’esordio a Madrid per lui scampoli fra Frosinone e Viktoria Plzen. Poi eccoci allo scorso sabato, con 67 minuti in campo. Schierato trequartista alle spalle di Dzeko, Zaniolo si fa notare in particolare per l’altruismo (18 passaggi riusciti, circa il 94%) e per la grinta messa in campo (un bel tiro da fuori respinto da Lafont). Sarà che contro i Viola ci sono più stimoli visti i precedenti, ma la personalità con la quale gioca non è cosa da poco.
Durante tutto il corso del primo tempo, con una Fiorentina in seria difficoltà in fase di costruzione e con i reparti molto sfilacciati, Zaniolo ha modo di partire diverse volte in progressione mostrando tutto il suo repertorio tecnico tattico. Qualche volta ingenuo (un solo dribbling riuscito su 4 tentati e 3 palle perse) e comunque vittima di quegli errori che puoi fare quando non hai più di 90 minuti complessivi suo campi di serie A. Pezzella e Vitor Hugo sono avversari complicati, ma ciò nonostante è apprezzabile il lavoro svolto anche dopo il vantaggio di Veretout. Richiamato per il più fresco Cristante, non ha partecipato all’azione che regala il pareggio ai giallorossi ma Zaniolo è certamente uno dei migliori a fine partita. L’ennesima conferma di un potenziale importante che aspetta solo di essere messo in mostra. Una crescita costante dopo il timido debutto di Madrid e due scampoli. Volta per volta inizia a prendersi maggiori responsabilità.
Con Roberto Mancini avevano storto il naso quando erano state diramate le convocazioni per le prime due gare di Nations League a settembre: senza alcuna presenza e nel più totale anonimato, convocato in Nazionale.
Ora, debuttante in Champions League prima che in campionato (record condiviso fra gli altri con Cristiano Ronaldo e Daniele De Rossi), un po’ tutti stanno iniziando a notare le sue qualità. E in un momento del genere, dove c’è bisogno di idee e forze fresche, non sembra esserci miglior cosa.