L’emergenza Covid 19 ha contribuito a scrivere una pagina di storia del calcio. La riunione di ieri cui hanno preso parte (in videoconferenza) 55 federazioni, leghe, club, rappresentanti dei calciatori, UEFA e Fifa ha infatti diplomaticamente varato un piano di massima che mira a riscrivere i calendari delle principali competizioni continentali privilegiando, come richiesto a gran voce da più parti, le competizioni per club.
Slitta al 2021 l’Europeo. La soluzione, invocata nei giorni scorsi, è stata infine sposata dalla UEFA che data l’emergenza Covid 19 ha deciso di sacrificare la competizione originariamente prevista per questa estate riprogrammandola per la prossima così da lasciare spazio alle competizioni per club. Euro 2021 ha già una sua collocazione precisa: si partirà l’11 giugno da Roma con la finalissima prevista per l’11 luglio a Londra. Costo dell’operazione di slittamento: circa 300 milioni di euro.
Un sacrificio (dunque anche economico) necessario, come detto, per salvaguardare l’interesse dei club che devono ai diritti televisivi, soprattutto quelli legati a Champions ed Europa League, la maggior parte dei propri introiti (il rischio incombente era quello di una lunga battaglia legale con le televisioni non disposte a versare le somme pattuite non potendo disporre del prodotto calcio).
Per questo motivo si lascerà ampia facoltà a Federazioni e Leghe per chiudere le stagioni nazionali così come restano in calendario le due competizioni europee per club che si preparano per altro ad adattare la loro formula in base alla data in cui sarà effettivamente possibile riprendere le ostilità. Se si riesce a ripartire il 14 o il 28 aprile, non cambia nulla. In caso contrario potrebbero essere introdotte gare ad eliminazione diretta od una sorta di Final-four a Istanbul, confermata sede della finalissima (attualmente in programma il 27 giugno). La vera novità dovrebbe essere la programmazione delle gare di domenica e la possibilità di sovrapposizione con le competizioni nazionali (cosa ad oggi vietata per ragioni televisive).
Nulla, o quasi, ancora di definitivo. Alcuni aspetti, specialmente quelli legati alle formule finali di Champions ed Europa League, potranno essere effettivamente sciolti solamente quando l’emergenza Covid 19 cesserà e si potranno riprendere le attività. Ma la strada è tracciata. Ed il calcio europeo, seppur con qualche giorno di ritardo rispetto a quanto fosse lecito aspettarsi, ha saputo dimostrare una coesione che, si spera, sia di ispirazione anche per i politici dell’Unione Europea.