Per noi amanti del calcio di club in questi giorni tristi, terra di nessuno, tra la fine del campionato e l’inizio di Euro 2016 (consoliamoci con l’aglietto) con in mezzo una finale di Champions League che non ci appartiene non resta che lasciare spazio alla memoria, ai Ti ricordi. Ecco allora che in attesa che il calciomercato apra i battenti e ci fornisca qualche spunto di riflessione, non ci resta che riavvolgere il nastro dei ricordi. Detto fatto. Siamo andati a spulciare le rose della Lazio nelle ultime dieci stagioni (dal 2005-2006 al 2015-2016) per vedere se se ne potesse ricavare un undici di buon livello. Il risultato non è stato niente male tanto che alla fine è stato necessario includere anche cinque riserve per non far torto a nessuno. Lo schieramento scelto, un classico 4-4-2, è così composto:
Angelo Peruzzi (Portiere): il vecchio Cinghialone è uno dei migliori portieri del calcio italiano. Probabilmente sul podio insieme a Buffon e Zoff. Ha militato nella Lazio dal 2000 (arrivò l’estate dopo che i biancocelesti vinsero lo scudetto) al 2007. Con i capitolini colleziona più di 200 presenze e vincedue trofei: la Supercoppa italiana 2000 contro l’Inter (4-3) e la Coppa Italia 2003-2004 contro la Juventus (2-0 e 2-2 nella doppia finale) indossando per altro spesso la fascia di capitano. Le sue prestazioni e la sua professionalità sono sempre state inappuntabili tanto da farne un idolo della tifoseria biancoceleste nonostante i suoi trascorsi giallorossi. Angelo Peruzzi è arrivato a Roma raccogliendo l’eredità di Luca Marchegiani e ha passato il testimone a Fernando Muslera a sua volta sostituito al momento della cessione al Galatasaray da Federico Marchetti (che abbiamo scelto come riserva). Insomma, c’è da dire che in fatto di portieri la Lazio ha sempre avuto una discreta tradizione.
Massimo Oddo (Terzino destro): fino alla fine è stato un testa a testa serrato tra lui e Stephan Lichtsteiner. Alla fine ad accomodarsi in panchina è lo svizzero che ha avuto la sua vera consacrazione con la maglia della Juventus. Qualcuno potrebbe pensare che anche Oddo ha vissuto i suoi anni migliori con la maglia del Milan, ma non è propriamente così. Quelli in rossonero sono stati gli anni dei trofei europei. Ma già al tempo della Lazio l’attuale tecnico del Pescara aveva raggiunto la notorietà tanto da essere convocato da Lippi per la spedizione in Germania conclusasi con la vittoria della Coppa del Mondo nel 2006. Con la Lazio ha disputato 172 partire realizzando 17 gol. E’ stato anche capitano dei biancocelesti dopo la cessione di Liverani. Ma soprattutto, è stato probabilmente insieme a Kolarov l’ultimo terzino in squadra in grado di saper sfornare cross decenti.
André Dias (Centrale): esordio da far drizzare i capelli ma poi diventa uno dei pilastri della Lazio dal febbraio del 2010 a giugno 2014. Con la Lazio totalizza 131 presenze mettendo a segno anche 6 reti. Insieme a Biava (la nostra riserva scelta) forma il duo titolare che consente alla squadra di Petkovic di sollevare al cielo dell’Olimpico la storica Coppa Italia del 26 maggio 2013.
Stefan De Vrij (Centrale): l’olandese, seppur giovane (è un classe ’92), ha già dimostrato di avere la stoffa del fuoriclasse. Purtroppo nella sua esperienza romana è stato sin qui sfortunato. Doppiamente. In primis per il tremendo infortunio al ginocchio rimediato all’inizio dell’ultima stagione che lo ha costretto ai box per l’intero campionato. In secondo luogo perché continuano ad affiancargli compagni di reparto che farebbero fatica ad imporsi anche nel campionato di Serie B.
Aleksandar Kolarov (Terzino sinistro): è l’ultimo terzino sinistro degno di nota che ha calcato i campi di Formello. Dotato di un sinistro micidiale dalla distanza è anche un grande faticatore. C’è molto di suo nella conquista della Coppa Italia del 2009. Milita nella Lazio dal 2007 al 2010. Lotito e Tare oggi stanno ancora cercando il suo sostituto.
Fabio Liverani (Regista): vi anticipo che le scelte a centrocampo vi lasceranno profondamente delusi ma provo a darvi la spiegazione. Fabio Liverani è probabilmente l’ultimo regista di categoria superiore che ha avuto la Lazio negli ultimi anni. Fischiato al suo arrivo (2001) per la sua fede giallorossa, si è congedato tra gli applausi sentiti del pubblico biancoceleste (2006). Non ci giriamo intorno: aveva una grande visione di gioco. Il suo sinistro liftato era a continuo servizio di una cosa che Biglia (si, l’argentino è una riserva) purtroppo non sa proprio cosa sia: la verticalizzazione. Rocchi ancora ringrazia. E pure Di Canio che sull’assist dell’ex Perugia si è tolto una soddisfazione non da poco contro la Roma.
Cristian Daniel Ledesma (Regista bis): è proprio vero, non ti accorgi del valore di certe cose finché non vengono a mancare. Quanto sarebbe tornato utile l’italo-argentino nell’ultima stagione? Con i se e con i ma non si fa la storia. Quella che invece Ledesma ha scritto a Roma con la maglia della Lazio tra il 2006 ed il 2015. Lotito prova anche con lui il giochetto del fuori rosa ma poi con la Lazio ad un passo dalla Serie B è costretto a fare retromarcia. Saggiamente. Ledesma torna in campo e la Lazio si salva. Le sue 318 presenze in biancoceleste, impreziosite da 14 gol, sono praticamente tutte di gran livello. Spesso veniva fischiato perché accusato di perdere un numero troppo elevato di palloni per la quasi ossessiva ricerca della verticalizzazione. Però poi, statistiche alla mano, ci si rendeva conto che corrispondeva solo ad una parte dell’infinito numero di palle giocate nel corso dei 90 minuti. La sua presenza a Napoli lo scorso anno ha portato in dote la qualificazione alla Champions League. Ultimo regalo degno di vero capitano.
Stefano Mauri (Esterno sinistro per necessità-Collante di fatto): no, Hernanes non lo troverete in questa formazione se non in panchina. Nel gioco del calcio, nella tenuta tattica di una squadra, c’è un solo fattore che è veramente imprescindibile: l’equilibrio. E Stefano Mauri di ciò è l’emblema. Arriva alla Lazio nel gennaio del 2006 ed oggi è ancora qui con la firma sul rinnovo imminente. Ogni anno sembra destinato a passare la stagione in panchina. Ma poi cominciano le stagioni ed a prescindere da chi sia l’allenatore di turno bastano poche partite perché il brianzolo torni ad essere titolare inamovibile. Il calcio in fondo è una cosa semplice. Per ogni Zarate, Hernanes, Keita o Felipe Anderson deve sempre esserci almeno un Mauri a far da perno per aiutare il centrocampo. Andatevi a rivedere i gol della Lazio in questi ultimi 10 anni. Scoprirete che il numero di volte in cui lui ci mette lo zampino è impressionante.
Antonio Candreva (Esterno destro): c’è chi lo accusa di essere indolente, chi ancora gli rinfaccia nonostante la professionalità dimostrata di essere romanista. Insomma, come spesso accade, c’è chi straparla. La verità è che lui, anche quest’anno seppur con qualche pausa in più rispetto al solito, tira la carretta dal 2012. Se veramente in estate andrà via sarà difficile sostituirlo.
Tommaso Rocchi (Attaccante): uno di quei giocatori ai quali è impossibile non affezionarsi. Non sempre bello da vedere. Probabilmente lontano anni luce dall’ideale del bomber. Ma lui la porta la vedeva sempre. E’ comunque uno dei cannonieri più prolifici della storia recente e non della Lazio con i suoi 105 gol in 293 presenze.
Miroslav Klose (Centravanti-Mito): spendere parole sul tedesco è inutile. Non c’è bisogno di dire nulla. Se non che quel gol al 93’ nel derby del 16 ottobre 2011 è stata una vera libidine!