Mai sosta fu più provvidenziale. Ancora un turno e la Premier League russa si fermerà per la pausa invernale quando mancheranno 10 turni al termine del campionato. Tira un bel sospiro di sollievo Roberto Mancini che avrà ora tre mesi circa (si riparte a marzo) per cercare di raddrizzare lo Zenit e tentare di recuperare i 6 punti di svantaggio che separano la squadra di San Pietroburgo dalla capolista, a sorpresa, Lokomitv Mosca.
Celebrato in grande stile l’ingaggio di Roberto Mancini e condotta una campagna acquisti faraonica chiusasi con 85 milioni usciti dalle casse del club, lo Zenit San Pietroburgo sembrava la principale, se non l’unica, candidata al titolo. L’avvio di stagione sembrava per altro rinforzare le previsioni complici le 6 vittorie in 7 uscite compreso il 5-1 rifilato ai campioni in carica dello Spartak Mosca. Che però nello scorso turno di campionato hanno parzialmente restituito il favore prevalendo 3-1 in un match che ha certificato la crisi della corazzata Zenit.
L’uscita dalla coppa di Russia prima, due mesi senza vittorie poi, sono, sinteticamente, i numeri impietosi che spiegano il declino dello Zenit che, da favorita, si è ritrovata a dover rincorrere il Lokomotiv del 70enne Yuri Semin che, a fine ottobre, si è tolto anche lo sfizio di rifilare un secco 3-0 a domicilio alla squadra del Mancio.
Un Mancini che sembra sempre più lusingato dalle sirene azzurre. Non è certo un segreto che la FIGC lo abbia inserito nella short list dei candidati alla panchina dell’Italia. La vera notizia semmai è che il tecnico di Jesi, legato allo Zenit da un contratto 3+2 a cifre non certo irrisorie, si è più volte dichiarato affascinato dalla possibilità di allenare la Nazionale. I recenti risultati della squadra e gli ammiccamenti di Roberto Mancini alla panchina azzurra rendono i russi piuttosto scettici sul fatto che il mister onorerà fino in fondo il suo impegno con lo Zenit.
La speranza di scongiurare il rischio di chiudere la stagione con zero successi, cosa che a San Pietroburgo verrebbe considerata una vera catastrofe, è appesa ad una rimonta miracolosa in Premier ed all’Europa League dove il club ha matematicamente conquistato i sedicesimi di finale. Nulla è impossibile, specialmente nel calcio. Ma la strada è sicuramente irta e tortuosa.
Così come la strada che ha dovuto percorrere Massimo Carrera in questa stagione. Il titolo vinto lo scorso anno e la vittoria nella finale di Supercoppa contro la Lokomotiv ad agosto hanno alzato le aspettative intorno ad una squadra che, probabilmente, ha avuto come merito principale quello di aver raggiunto in questi mesi risultati incredibili rispetto al suo reale potenziale.
L’avvio di campionato dello Spartak è stato scostante ma dopo la vittoria sullo Zenit, la terza di fila nonché dodicesimo risultato utile consecutivo per i moscoviti, la squadra di Carrera occupa la quarta piazza in classifica ad un solo punto di distacco dal CSKA che attualmente occupa la terza posizione, l’ultima buona per l’accesso ai preliminari di Champions League.
A proposito di Champions League, lo Spartak si giocherà le sue residue possibilità di qualificazione agli ottavi il prossimo 6 dicembre a Liverpool; in caso di sconfitta il club ha già in tasca la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Risultato ragguardevole che va a sommarsi al fatto che i quarti di finale della coppa di Russia hanno visto cadere quasi tutte le big e lo Spartak è dunque oggi in pole per la vittoria finale. Insomma, superate le difficoltà iniziali lo Spartak Mosca di Massimo il Grande, così chiamano affettuosamente i tifosi l’allenatore italiano, sembra aver ritrovato la retta via.
Ed è per questo che se il futuro di Roberto Mancini a San Pietroburgo è sempre più incerto, quello di Carrera a Mosca sembra ogni giorno sempre più luminoso.