Che un derby sia solo una partita come le altre è il pensiero di Zdenek Zeman. Un pensiero probabilmente difficilmente condiviso da chi con le stracittadine ha una certa dimestichezza. Un pensiero sicuramente mai digerito da chi vive nella capitale dove il derby, da che il pallone rotola all’ombra del Cupolone, è da sempre non una ma La partita.
E Roma e Lazio sono pronte all’ennesima sfida. Alle 18 infatti la squadra di Di Francesco e quella di Inzaghi si daranno battaglia sul prato dell’Olimpico in 90’ che probabilmente mai nella storia recente del campionato sono stati così attesi. Perché sia i giallorossi che i biancocelesti arrivano a questo derby dopo aver messo in mostra in questa prima fase del campionato spunti interessanti che hanno consentito di collezionare numeri da record che aprono alle due squadre capitoline scenari veramente interessanti in ottica campionato. Parlare di scudetto, infatti, per quanto visto fino a questo punto della stagione, non è certo un’eresia.
Ma Zeman, dietro quella sua aria apparentemente sorniona, è uno che l’ha sempre saputa lunga. Uno che probabilmente non ha mai creduto fino in fondo al fatto che il derby sia solo una partita come tutte le altre; frase utilizzata invece probabilmente per esorcizzare la piena consapevolezza che una stracittadina come quella romana può avere un impatto devastante sul prosieguo della stagione.
Perché è inevitabile che una sconfitta (così come una vittoria) nel derby della capitale può incidere incredibilmente sul morale e sulla componente psicologica delle due squadre. È stato così storicamente; difficile credere che stavolta possa essere diverso. Per la Roma un’eventuale sconfitta andrebbe a sommarsi ai capitomboli con Inter e Napoli denotando una certa allergia da big match. Per la Lazio invece rischierebbe di vanificare nella testa di giocatori e tifosi la vittoria dello Stadium contro la Juventus. Evidente allora che un ruolo fondamentale lo giocheranno in primis i due allenatori.
Eusebio Di Francesco vs Simone Inzaghi
Eusebio Di Francesco, alla prima avventura di livello dopo gli anni di Sassuolo, sta ancora cercando di adattarsi alla realtà della grande squadra. Non senza fatica; ma sicuramente lo sta facendo con risultati più che discreti. Il girone di Champions, con Chelsea e Atletico che sembravano le super favorite, si è messo in discesa dopo l’incredibile vittoria con la squadra di Antonio Conte. In campionato, tolti i passi falsi già citati, la Roma ha seguito un ruolino di marcia invidiabile. Ciò che più colpisce, però, è senza dubbio il fatto che Di Francesco, spesso etichettato come zemananiano convinto, abbia in realtà smentito tutti impostando una Roma che ha evidenziato un’incredibile solidità difensiva associata ad un cinismo che ha consentito ai giallorossi spesso e volentieri di strappare i tre punti di misura.
Simone Inzaghi ha invece proseguito l’ottimo lavoro avviato lo scorso anno riproponendo anche in questa stagione una squadra propositiva ed equilibrata che, probabilmente, è quella che ad oggi gioca il miglior calcio della Serie A insieme al Napoli. Il tecnico piacentino sta riuscendo lì dove molti suoi predecessori, Petkovic e Pioli su tutti, hanno fallito: ripetersi. E lo sta facendo dimostrando come le idee e la sapienza tattica facciano ancora le differenza. Persi Biglia e Keita in nome del mercato e perso Felipe Anderson, non ancora pervenuto in questa stagione, Inzaghi ha ridisegnato la sua Lazio con un mediano puro davanti alla difesa, Leiva, e cucendo un vestito su misura a Luis Alberto, vera rivelazione di questo campionato. Non solo, Inzaghi si è dimostrato anche un ottimo psicologo garantendo minutaggio a tutta la rosa sfruttando il doppio impegno campionato-coppa. Una mossa premiata dall’assenza di polemiche e la qualificazione ai sedicesimi di Europa League guadagnata con ben due turni di anticipo.
Chi avrà la meglio nel catino dell’Olimpico? Chi riuscirà a gestire meglio i 90’ del derby senza snaturare il proprio credo.
Edin Dzeko vs Ciro Immobile
Naturale però che le fortune di Roma e Lazio in questa stracittadina passino anche per i piedi (e la testa) dei rispettivi bomber: Edin Dzeko e Ciro Immobile.
Il centravanti biancoceleste sta vivendo, eliminazione dell’Italia dal Mondiale di Russia 2018 a parte, una stagione straordinaria. Il suo score è di 18 reti e 7 assist in 15 partite ufficiali con la maglia della Lazio. Numeri da record ai quali vanno sommate le reti in Nazionale.
Edin Dzeko al momento si ferma a 10 gol in 15 partite ed in campionato ha siglato la metà dei gol di Immobile in altrettante uscite (11). Ma, come detto, è lo score dell’ex Torino, Borussia Dortmund e Siviglia ad essere fuori dal normale. Il centravanti della Roma, infatti, anche in questa stagione si sta confermando un bomber di razza dimostrando come le difficoltà del primo anno nella capitale siano oramai solo un ricordo sbiadito.
Dzeko ed Immobile sono due giocatori profondamente diversi. Il bosniaco della Roma ricopre il doppio ruolo di centravanti pivot (le statistiche sui colpi di testa in tal senso sono indicative) e finalizzatore. Ciro Immobile è un giocatore utilizzato per creare profondità e capitalizzare al meglio i filtranti di Milinkovic-Savic, il giocatore che nella Lazio si dedica ai duelli aerei, e Luis Alberto. Capitalizzazione che passa non solo per i gol ma anche per gli assist ai compagni. Insomma, siamo davanti ad un giocatore più tecnico (Immobile) e ad uno più fisico (Dzeko) ai quali tuttavia Di Francesco ed Inzaghi chiedono in sostanza la stessa cosa: gol!
Radja Nainggolan vs Luis Alberto
Se il belga sarà del derby (come sembra) allora questo sarà probabilmente il duello più gustoso della serata.
Nainggolan è una garanzia eppure il primo impatto con Di Francesco non è stato dei migliori. L’ex tecnico del Sassuolo ne ha infatti arretrato il raggio d’azione costringendolo ad allontanarsi dall’area di rigore in fase di impostazione e ad allargarsi quando la squadra attacca. Nel gioco di Di Francesco infatti sono generalmente gli esterni a dover tagliare in mezzo al campo. Le prestazioni vincenti ma non del tutto convincenti della Roma nelle prime uscite sembrano tuttavia aver convinto il mister se non a riportare Nainggolan nel suo ruolo abituale quanto meno a consentirgli maggiore libertà di movimento. Il rendimento del belga e quello della squadra ne hanno guadagnato.
Luis Alberto ha invece subito una metamorfosi esistenziale passando dall’esterno sistematicamente ignorato da Inzaghi dello scorso anno al pendolo centrale indispensabile, catalizzatore di palloni e finalizzatore della Lazio 2017/2018. Senza le partenze di Biglia e Keita chissà se la musica sarebbe stata la stessa. Ma la vita è fatta anche di coincidenze e la bravura sta nel farsi trovare pronti alla stazione quando il treno passa. Lo spagnolo, fresco di convocazione ed esordio con la Nazionale, è il capolavoro, l’intuizione tattica di Simone Inzaghi. Da cosa si apprezza la crescita esponenziale di Luis Alberto? Dal fatto che le sue statistiche sono praticamente speculari a quelle di un giocatore considerato da tutti un top player; Radja Nainggolan per l’appunto.