La settimana scorsa, il Panathinaikos aveva pareggiato 0-0 il derby Atene contro l’AEK. La vera stracittadina sarebbe arrivata solo ieri sera, con l’ospitata allo Spyros Louis dell’Olympiakos. Una riproposizione della Madre di tutte le battaglie (Μητέρα των μαχών), del derby degli eterni nemici (Ντέρμπι των αιωνίων αντιπάλων), della partita perfetta, dopo il pareggio per 1-1 di domenica 11 novembre scorsa. Il Panathinaikos andò in vantaggio grazie al destro del 25enne albanese Ergys Kaçe, poi non riuscì a contenere le folate dell’Olympiakos che al 93′ trovò l’insperato pareggio grazie a Pape Abou Cissé. Un sospiro di sollievo per la sconfitta evitata, più che un vero traguardo da festeggiare. Lo ricordava perfettamente Omri Altman, centrocampista dei verdi d’Atene che quella partita la saltò: «I derby Atene dipendono tutti da chi vuole vincerli maggiormente». Una risposta pur velata era arrivata, nella giornata di sabato, dal tecnico dei rossi de Il Pireo, Pedro Martins, il quale s’era sportivamente complimentato coi rivali per la stagione fin qui compiuta salvo continuare: «I tifosi non vedono l’ora, è una partita speciale e il fatto che a loro importi così tanto gioca certamente un ruolo. Questa è la rivalità maggiore in Grecia, ci aspettiamo una gara bilanciata ma vogliamo davvero vincere, perché i nostri tifosi meritano di provare una tale gioia, ci hanno supportato così brillantemente durante la stagione».
Derby Atene, si gioca solo per la gloria
Se è tutto un discorso di motivazioni, l’Olympiakos è sceso in campo con più voglia. Senza apparenti motivi di classifica (prima del derby Atene, il Θρύλος era a -10 dal PAOK primo, mentre i Τριφύλλι guardavano dal settimo posto un’Europa lontana almeno cinque punti), tutto si riduceva all’epica di una gara speciale. Peraltro, malgrado nessuna delle due squadre necessitasse realmente dei tre punti in palio, entrambe avevano qualcosa da farsi perdonare: il Panathinaikos il crollo di questo inizio 2019 (una sola vittoria in nove gare), l’Olympiakos l’eliminazione dall’Europa League per mano della Dinamo Kiev (2-2 in Grecia, 1-0 in Ucraina). Così, in una prospettiva estiva tale per cui si faranno valutazioni, un derby Atene può salvare quel che resta della stagione.
I ruoli sono quelli che da qualche anno a questa parte si sono cementati nell’immaginario popolare: l’Olympiakos ricco che può vantare giocatori migliori, il Panathinaikos meno sfavillante. Il dato però è che i primi non battevano i secondi dal 2016, un 3-0 al Karaiskakis con Paulo Bento in panchina, e da allora le quattro stracittadine trascorse hanno visto due affermazioni biancoverdi e altrettanti pareggi. D’altro canto l’Olympiakos nella storia aveva festeggiato 80 derby Atene in faccia ai rivali, contro 50 esultanze del Panathinaikos. E, comunque, era dal 2012 che una sfida simile la si giocava all’OAKA, lo Stadio Olimpico di Atene, lo Spyros Louis. La casa dell’Olympiakos è il Georgios Karaiskakis di Faliro, quella del Panathinaikos l’Apostolos Nikolaidis (Leoforos), a poche centinaia di metri dall’Acropoli. Da inizio anno però i verdi di Giorgos Donis si sono trasferiti in quello che oggi è l’impianto che condividono con l’AEK, il quale nel frattempo sta assistendo alla costruzione del nuovissimo e agognato Agia Sophia.
Derby Atene, soliti scontri eccessivi
La premessa, obbligatoria, e che i tafferugli – in partite come questa, il derby Atene – siano all’ordine del giorno. Tralasciando gli innumerevoli episodi, che potrebbero benissimo comporre un libro a parte, semplicemente la rivalità è molto sentita ed entrambe le fazioni si odiano. Sono svariate le sfide concluse oltre il normale orario per via di recuperi, o ancora posticipate, o ancora mai giocate e rinviate. A questo corposo elenco s’è aggiunta anche la sfida di ieri sera, sospesa al 70′ dal fischietto tedesco Marco Fritz a causa di scontri tra ultras e polizia in assetto antisommossa.
Già intorno al 5′ il derby Atene era stato interrotto, visto che un gruppo di tifosi del Panathinaikos (ai corrispettivi dell’Olympiakos è stato negata la possibilità di presenziare sugli spalti) aveva superato la sicurezza dirigendosi poco amichevolmente verso la panchina di Pedro Martins. Intervenuta la polizia e placati gli animi, la partita era ripresa: al 24′ il capitano del Panathinaikos, Dimitris Kourbelis, chiamava José Sá a un grande intervento, poco dopo il collega biancoverde Sokratis Dioudis ha dovuto far lo stesso su un tiro di Andreas Bouchalakis e sulla ribattuta di Giorgos Masouras. Ancora il Panathinaikos provava ad allentare la pressione ospite, questa volta mandando alla conclusione Emanuel Insúa, poi poco prima dell’intervallo l’Olympiakos è andato vicino al vantaggio con Miguel Ángel Guerrero e Kostas Fortounis. Al 53′, poi, un colpo di testa assestato dall’attaccante di Toledo – su cross di Leonardo Koutris – ha indirizzato il derby Atene verso Il Pireo.
A quel punto si è giocato ancora un quarto d’ora abbondante, prima che al 70′ il fischietto Fritz optasse per la sospensione a causa della fitta nebbia causata dai fumogeni utilizzati dalla polizia all’esterno dello Spyros Louis per disperdere alcuni ultras armati di molotov e pietre. Si è tentato di riprendere il derby Atene, spostando alcuni tifosi in altri settori dello stadio, ma i giocatori sono poi rientrati negli spogliatoi e dopo venti minuti anche i tifosi sono stati fatti defluire. Poi, dopo 45′ in cui non si è giocato, l’arbitro Fritz è rientrato in campo per valutare una possibile ripresa del derby Atene ma – notando che lo stadio non era stato tutto evacuato, ha ufficializzato la sospensione della gara.
Derby Atene, una possibile stangata
Non vi sono conferme, ma gli scontri sugli spalti del derby Atene – dove era presente anche un Djibril Cissé amatissimo dai tifosi biancoverdi che con l’ex Lazio in campo vinsero l’ultimo campionato greco (era il 2009-10) – dovrebbero costare cari al Panathinaikos. La decisione più plausibile secondo fonti elleniche sarebbe quella di un 3-0 a tavolino, in quanto la società sarebbe colpevole del comportamento dei tifosi nel derby Atene, ma non è affatto esclusa una detrazione di sei punti. Tre verrebbero decurtati per la colpevolezza della sospensione della gara, provvedimento conseguente all’assegnazione della vittoria all’Olympiakos. Se poi il rapporto redatto dalla polizia dovesse confermare gli atti violenti contro persone, allora altri tre punti – proprio a causa del comportamento dei tifosi biancoverdi nella zona circostante lo stadio – comporrebbero la penalizzazione.
Il Panathinaikos, come se non bastasse, sarebbe costretto a giocare le prossime due o quattro partite casalinghe a porte chiuse e riceverebbe una multa tra i 50mila e i 250mila euro. L’ufficialità della decisione arriverà in settimana, ma chiaramente la posizione dei biancoverdi è a rischio. Attualmente il Panathinaikos è settimo a 32 lunghezze, con la penalizzazione di 6 punti sarebbe dodicesimo a 26. Un’ulteriore peggioramento di una situazione già difficile, economicamente parlando, visto che prima dell’inizio della Super League 2018/19 al club ateniese era stata inflitta una penalizzazione di sei punti per non esser riuscito ad ottenere una licenza per partecipare al campionato, non avendo presentato le garanzie economiche necessarie.