Minuto numero 8 della finale tra Portogallo e Francia, Payet nel tentativo di recuperare una palla persa assesta una “stecca” impressionante sul ginocchio sinistro di CR7 che accusa il colpo e cade a terra. Si intuisce subito che in quel contrasto di gioco è successo qualcosa che sconvolgerà la finale di Euro 2016 e la farà diventare strana ed imprevedibile. Cristiano, portato a bordo campo, si fa fasciare il ginocchio, prova stoicamente a rientrare in campo per non lasciare in dieci la sua nazionale ma nel tentativo di scattare verso la porta avversaria con la palla al piede si arrende alla sfortuna accasciandosi a terra. Il Saint Denis di colpo si ammutolisce, i tifosi portoghesi guardano increduli e il C.T Fernando Santos è costretto ad operare la sostituzione più dolorosa della storia: dentro Quaresma fuori CR7 che non sarà più protagonista in campo della finale. Il colpo di Payet è stato decisivo, una botta a tutti i sogni dei portoghesi, con i francesi che invece vedono ora più vicino il sogno di trionfare nell’europeo di casa. Gli applausi al campione che esce in barella fanno da corollario ad un primo tempo che era iniziato in maniera veloce e convinta da parte di tutte e due le squadre e che ora invece si trascina stancamente verso l’intervallo sul risultato di parità. Nell’intervallo però qualcosa accade, Payet rientra in campo ma dopo neanche un’ora di gioco viene sostituito da Deschamps che lo vede condizionato e avulso dal gioco transalpino. I portoghesi d’altro canto prendono coraggio e col passare dei minuti credono all’impresa che li consacrerebbe nell’olimpo dei migliori d’Europa. Fernando Santos lo sa e allora mette dentro un centravanti altro e sgraziato di nome Eder, la mossa della disperazione, il giocatore che non ti aspetteresti mai perché pochissimo è stata utilizzato nel corso del torneo. Dall’altra parte Deschamps risponde con Gignac che allo scadere arriva ad un passo dal regalare ai francesi il trionfo più atteso. Palo esterno però e supplementari. Tanta tensione nei volti dei protagonisti ma non nel viso di Cristiano Ronaldo che di colpo sbuca dal tunnel degli spogliatoi per andare a sedersi in panchina per incitare i suoi compagni ed accompagnarli all’impresa. I tempi supplementari sembrano una lenta agonia fino alla conclusione degna dei rigori, tutti sembrano essere d’accordo, meno uno: Eder. Il giocatore che non ti aspetti, l’ultimo che potrebbe inventarsi una giocata risolutiva e che invece eccolo qui: botta da trenta metri e palla all’angolino di Lloris per il gol che vale la gloria, forse una carriera intera. CR7 che era stato indemoniato in panchina, schizza fuori come una molla per andare ad abbracciare tutti, consapevole che questo potrebbe essere il colpo del definitivo ko. Sa che mancano pochi minuti al fischio finale, e così rimane in piedi come se fosse lui il vero allenatore della nazionale portoghese, personalità ed esperienza al servizio dei compagni. La Francia, tramortita, prova gli ultimi disperati assalti ma non c’è niente da fare. La scena deve prendersela lui, il più forte al mondo che si prende la rivincita del campionato europeo del 2004 perso in casa e condanna la Francia, che aveva sempre vinto da paese organizzatore (1984-1998), ad una serata di lacrime e di incredulità. Il popolo francese si arrende, CR7 entra nella storia da capitano, allenatore, non giocatore, per una sera. Forse questa serata non l’aveva immaginata proprio così, ma siamo sicuri che gli sarà piaciuta immensamente lo stesso.
Massimo Papitto