Il richiamo simbolico sembra efficace, anche se va specificato che i “Romanisti” in questione sono gli artisti che nel 1929 crearono un’associazione definita appunto “Gruppo dei Romanisti” con lo scopo di poter discutere di arte, cultura e quant’altro fosse legato all’Urbe. La volontà di fare gruppo e creare ancora una volta un vero e proprio fronte comune si fa nuovamente strada, con grande stupore anche dei romanisti stessi. La giornata trascorsa davanti al maxischermo del centro sportivo “Academy Qualcio Roma” è l’ennesimo segnale della voglia di vivere del tifo romanista.
Diversamente dalla tifoseria laziale, che ha deciso di trascorrere il derby all’interno della propria Curva come per ogni partita da inizio stagione, il cuore del tifo romanista ha deciso di non cambiare il proprio modus operandi, vedendo la partita tutti insieme ma lontani dallo Stadio Olimpico, ancora caratterizzato da entrambe le curve divise da una barriera di vetro al centro. Raggiunto il centro sportivo, è stupefacente trovare ancora una volta tantissimi ragazzi di ogni età: ripensando anche al ritorno al Tre Fontane di poche settimane fa (Roma primavera-Derry City 1-0 di mercoledì pomeriggio con oltre 1000 spettatori presenti, ndr), è assolutamente lodevole vedere come il popolo romanista, nonostante la feroce repressione che ormai dura da circa un anno, non si arrende e continua a portare avanti la propria battaglia. All’interno del campo, dove è collocato il maxischermo, si intravedono le prime bandiere e l’acre odore dei fumogeni che ci accompagneranno per l’arco di tutta la giornata (da asmatico, non proprio il massimo!). A circa venti minuti dal fischio d’inizio, partono i primi cori, per la Roma o contro la Lazio. Presente a bordo del campo anche uno striscione contro gli ultras laziali, rei di aver “abbandonato” la protesta rientrando allo stadio, dal seguente testo “Laziale esempio di coerenza. Prima si schiera e poi ci ripensa!”.
La partita scorre fra cori, bandieroni sventolati e tanta apprensione, almeno nella prima mezz’ora di gioco: la Lazio, che viene da 9 risultati utili consecutivi, vuole sfatare il tabù derby che dura dal famigerato 26 Maggio mentre la Roma, con una squadra falcidiata dagli infortuni, cerca conferme e punti per restare a contatto con il Milan. Le due squadra non si scoprono eccessivamente e rientrano negli spogliatoi sul punteggio di 0-0. Nella ripresa due errori di Wallace e Marchetti costano caro all’undici di Simone Inzaghi, che subisce le reti di Kevin Strootman e Radja Nainggolan che li condannano alla sconfitta, con il tripudio generale del popolo giallorosso presente al centro sportivo, che torna festante bloccando per un’abbondante mezz’ora viale Palmiro Togliatti, tra cori e altri fumogeni. Lasciandomi alle spalle la nube di fumo giallorosso, mi accingo a tornare sulla via di casa ripensando ancora una volta a quanto sia assurdo trovare un così grande rapporto fra tifosi e squadra nonostante l’assenza casalinga da oltre un anno. Le immagini dell’allenamento di sabato a Trigoria, dopo che il tanto atteso allenamento al Tre Fontane era stato annullato per ordine della questura, e la foto della squadra a fine partita sotto la Sud completamente vuota sono segnali importanti, di un gruppo affiatato che vuole ritrovare al più presto i propri tifosi e magari anche qualche trofeo. Dopo la trasferta di Europa League in Romania contro l’Astra Giurgiu, le sfide contro Milan e Juventus saranno decisive per capire il futuro della squadra. Tifosi e giocatori, uniti ancora una volta insieme.