La recente notizia che Cristiano Ronaldo potrebbe lasciare il Real Madrid in seguito allo scandalo dei problemi del portoghese con il fisco spagnolo, ha generato un terremoto mediatico, com’è del resto naturale visto il calibro del campione lusitano.
Un campione che per diventare tale si è allenato (e si allena tutto’ora) ai limiti dell’impossibile, senza piegarsi al tempo che scorre e senza conoscere parabole discendenti. Cristiano Ronaldo si migliora, anno dopo anno, da sempre. Il cinque febbraio ha spento 32 candeline ed è reduce da una delle migliori stagioni della sua carriera. Stagione non ancora finita per lui che attualmente è impegnato in Russia nella Confederations Cup.
Inoltre la leggenda portoghese, al di là della media gol impressionante con il Madrid che già sarebbe sufficiente da sola per qualificarlo come insostituibile, è una macchina da soldi per sé e per il proprio club. Sono sue infatti le magliette più richieste del Real: secondo Fox Sports nel 2016 il 40% delle casacche vendute dal club madrileno in tutto il mondo riportano il nome di Ronaldo sulle spalle. Dietro di lui, più distaccato, James Rodriguez.
Insomma, sull’erba di uno dei più leggendari templi del calcio, il Santiago Bernabeu, Cristiano Ronaldo si è trasformato in una divinità cui render culto. Un atleta perfetto ed un professionista maniacale prima che un campione palla al piede. Ma se in questo mondo nulla è eterno, per ricordarcelo noi comuni mortali abbiamo avuto bisogno dello squillo di tromba del quotidiano A Bola che per primo ha dato la notizia shock della possibile rottura del portoghese con il Real.
Posto che la cifra chiesta da Florentino Perez sia fuori mercato per qualsiasi squadra a livello mondiale (una quotazione di 400 milioni è proibitiva per chiunque, per intenderci Pallotta per rilevare la Roma ne dovette tirare fuori di meno), il pensiero che un giorno Cristiano Ronaldo possa lasciare Madrid ha iniziato a farsi realmente spazio nell’immaginario collettivo. Se non quest’anno potrebbe comunque accadere in un futuro prossimo. E anche qualora il portoghese dovesse alla fine proseguire il suo matrimonio con le Merengues e concludere dunque la sua carriera vestito di bianco, prima o poi arriverà comunque il momento in cui dovrà dire basta, e il Real Madrid dovrà trovare un degno erede. L’interrogativo sorge allora spontaneo: se Cristiano Ronaldo dovesse lasciare il Real Madrid, chi potrebbe sostituirlo?
Pochi, pochissimi fuoriclasse nel panorama internazionale potrebbero candidarsi al ruolo di erede del lusitano, anche se nessuno di essi, ad oggi, ha lo stesso peso specifico che ha Ronaldo per il Real Madrid. Abbiamo però stilato una lista di giocatori che per caratteristiche tecniche ad oggi potrebbero ereditare la fascia sinistra madrilena nello scacchiere di Zinedine Zidane.
Eden Hazard
Classe, esplosività, progressione, dribbling e fiuto del gol. Il curriculum di Hazard ricorda molto quello di Cristiano prima dell’approdo in Spagna sia per ruolo che per qualità: dopo aver brillato in Francia col Lille, il belga si consacra in Inghilterra con il Chelsea e le sue qualità lo fanno diventare la punta di diamante dei Blues. Da quando è in Premier in cinque stagioni ha collezionato 248 presenze segnando 72 gol, numeri che gli hanno consentito di migliorare la media dei tempi francesi (51 gol in 194 presenze col Lille). Il suo profilo è quello che tra gli umani somiglia di più a quello del marziano numero 7 delle Merengues.
Kylian Mbappé
La favola più bella della stagione. L‘enfant prodige francese ha contribuito da protagonista alla stagione del Monaco consentendo ai biancorossi di riportare il titolo nel Principato 16 anni dopo l’ultima vittoria, quando Kylian aveva appena due anni. Per Mbappé parla la stagione da predestinato che lo ha visto protagonista sia in Ligue 1 che in Champions League, dove il Monaco si è fermato solo davanti alla Juventus e dove lui si è tolto comunque la soddisfazione di segnare un gol a Buffon, impresa mancata a gente come Messi, Neymar e Suarez. Il diciottenne francese non ha il curriculum di Hazard dalla sua parte ma ha un futuro certo tra le superstar del calcio internazionale. Al punto da venire accostato già al Real Madrid, unica destinazione gradita al giocatore che non vedrebbe l’ora di allenarsi con il proprio idolo che, indovinate un po’, è proprio CR7. Sempre che quest’ultimo resti. Altrimenti, Real Madrid lo stesso: non vuole sentire altre squadre. Valutazione di mercato: 130 milioni. Tanti, tantissimi, forse troppi per il Real e per un diciottenne. Anche se il club di Madrid quando vuole davvero un giocatore se lo va a prendere senza badare a spese.
Marco Reus
Quello di Reus è un nome che periodicamente viene accostato al Real Madrid, anche se alla fine puntualmente ogni aspettativa viene disattesa. L’attaccamento del tedesco ai colori gialloneri di Dortmund è una romantica rarità nel calcio moderno, ma dal punto di vista meramente tecnico il campione del BVB potrebbe idealmente andare a sostituire la leggenda portoghese a Madrid per posizione e modo di giocare. Ma oltre all’amore per la maglia, a 28 anni e all’apice della sua carriera, a giocare contro la possibilità del tedesco di rimpiazzare l’asso portoghese ci si mette prevalentemente la cartella medica: il fuoriclasse è infatti tanto forte quanto fragile. Fragilità che gli è costata anche la partecipazione alla spedizione del Mondiale brasiliano poi vinto dai compagni. E se si deve trovare l’erede di Cristiano Ronaldo, l’integrità fisica è un fattore molto più che rilevante.
Paulo Dybala
Se è difficile immaginare Ronaldo lontano da Madrid, è altrettanto difficile in questo momento immaginare Dybala lontano da Torino in un prossimo futuro. Ma la frase di Dani Alves, secondo la quale la Joya dovrà lasciare la Juventus per migliorare, forse qualche dubbio al giocatore lo ha fatto venire. E in un’ipotetica situazione di vuoto nella corsia di sinistra del Real Madrid, la zona prediletta da Ronaldo potrebbe essere occupata dal talento ex Palermo che nasce ala sinistra, salvo poi esplodere giocando più centrale. Un po’ come la metamorfosi vissuta da CR7 nel corso degli ultimi anni.
Henrix Mkhitaryan
Meno chiacchierato dei sopracitati, il talento e la classe di Mkhitaryan non hanno niente da invidiare ai migliori giocatori del panorama calcistico internazionale. L’armeno, in forza al Manchester United, è un trequartista atipico che ha nella duttilità una delle sue caratteristiche più pregiate, oltre ad una sensibilità col piede debole da far confondere anche i più esperti sul fatto che sia destro o mancino. Capace per questo di giocare su entrambe le fasce del campo nonché come interno di centrocampo, il fresco vincitore dell’Europa League, classe 1989, è un giocatore del quale si tessono forse troppo poco le lodi. Nel Real non sfigurerebbe.
Alexis Sanchez
Promesso sposo al Bayern Monaco, l’ex blaugrana nella sua esperienza all’Arsenal ha concretizzato (e di molto) il proprio modo di giocare. Da gregario di lusso del Barcellona di Guardiola, Vilanova e Martino, Sanchez si è riscoperto leader tecnico e goleador a Londra. Funambolico e cinico, dell’Alexis Sanchez conosciuto a Udine rimane solo il ricordo di una giovane promessa oggi divenuta realtà. Al punto che i bavaresi del Bayern non si sono fatti troppi scrupoli a mettere sul mercato Douglas Costa per liberargli il posto. Manca solo l’ufficialità dell’affare, ma in un periodo ipotetico l’Alexis Sanchez di Londra sulla porzione di campo di Cristiano Ronaldo si troverebbe a proprio agio. E non sarebbe il primo ex Barcellona a giocare nel Madrid.
Sadio Mané
Profilo meno internazionale ma non per forza meno ricco di talento degli altri, il senegalese classe 1992 è un’ala esplosa la stagione scorsa al Southampton. Arrivato al Liverpool per consacrarsi, Mané è diventato il giocatore africano più pagato di sempre (41,2 milioni di euro il costo del suo cartellino) e le aspettative su di lui si sono dimostrate ben riposte, almeno fino alla Coppa d’Africa. Tornato comprensibilmente affaticato dalla competizione, la sua condizione atletica ne ha logicamente risentito, finendo per limitarne l’impiego da parte di Klopp e la letalità. Poi ad aprile, nel derby del Merseyside, l’infortunio al ginocchio che ha messo la parola fine sulla sua prima stagione a Liverpool. Bene, ma non benissimo. Il talento c’è, è cristallino e non è in discussione. Manca la consacrazione ad altissimi livelli. E poi la chiamata di un club come il Real potrebbe rivelarsi tutt’altro che fantasia.
Neymar
Forse si tratta di pura e semplice utopia. Prendendo in prestito le parole al celebre filosofo rumeno Emil Cioran, però, l’utopia altro non è che “un miscuglio di razionalismo puerile e di angelismo secolarizzato”. Che è la stessa ricetta con la quale potremmo descrivere anche il gioco del calcio. Perché se a livello tecnico Neymar sembra dover essere l’erede naturale di Leo Messi, i numeri del brasiliano sono quelli di un solido campione del presente e di un astro in continua ascesa del futuro, in grado di ricoprire qualsiasi posizione e ruolo lì davanti. Un po’ come Cristiano Ronaldo. A differenza di CR7 difetta nella fisicità e nel colpo di testa, ma se a livello fisico O’Ney è e resterà così, a 25 anni è lecito pensare ci siano ancora dei margini di miglioramento dal punto di vista tattico e tecnico. Dopo il precedente di Luis Figo, poi, vederlo passare da Barcellona a Madrid è pur sempre una possibilità. Altro che utopia.