La scorsa estate aveva lasciato un’immagine di imbattibilità nel Real Madrid. I successi in Supercoppa Europea contro il Manchester United e in Supercoppa Spagnola nella doppia sfida al Barcellona sembravano essere il preludio ad una nuova stagione di dominio merengue visto che i ragazzi di Zidane erano riusciti incredibilmente ad arrivare ad uno step superiore rispetto a quanto visto a Cardiff nella finale contro la Juventus.
La realtà dei fatti però tre mesi dopo è profondamente differente ed il Real attuale è l’emblema della squadra con la pancia piena a caccia di motivazioni. L’avvio di Liga non è stato disastroso ma sicuramente insufficiente per fronteggiare un Barcellona che ha saputo reagire alla batosta di metà agosto in Supercoppa e ritornare ai suoi livelli nonostante la sessione di calciomercato più difficile della propria storia recente. In Champions League invece dopo aver sbrigato con eleganza le prime pratiche sono arrivate grosse difficoltà quando l’asticella si è alzata ed il Tottenham, squadra in evidente crescita ma di certo non al livello delle primissime d’Europa, è potuto uscire imbattuto dal doppio confronto con il Real.
E la causa di tutto ciò probabilmente è proprio implicabile ai successi estivi perché una volta che hai alzato al cielo ogni trofeo possibile è difficile tornare in campo con la rosa sostanzialmente invariata (almeno nei titolari) e progettare un nuovo anno a quei livelli.
Il periodo di assestamento non ci sta se calcoliamo lo spessore calcistico del Real, ma è comprensibile per una squadra che non deve chiedere nulla a questa stagione. E quindi la partenza a rilento si può giustificare in questa ottica e sicuramente entro poche settimane con gli stimoli di una situazione complicata da ribaltare uscirà la vera anima del Real Madrid.
In tutto ciò però Zidane deve riprendere in mano determinate situazioni. La principale è quella di Cristiano Ronaldo che quest’anno ancora non ha mostrato la miglior versione di se stesso: le tante giornate di squalifica hanno limitato le sue statistiche realizzative ma ciò non basta a giustificare il solo gol segnato in questo avvio di Liga. In Champions le cose sono andate meglio grazie ad una partenza sprint (5 gol nelle prime 3) ma dopo la trasferta di Wembley i problemi visti in campionato sembrano contagiare anche lo score europeo. Ciò si deve ad una squadra che ha scoperto di avere altre individualità pesanti e che non lo serve con la stessa continuità delle passate stagioni. Starà a lui riprendersi il gruppo sulle spalle e tornare a segnare gol decisivi.
Altro punto che dovrà risolvere Zidane sarà quello legato alla compattezza dei reparti perché mai come quest’anno il Real sembra fragile e scomposto: i gol che hanno portato alle sconfitte meno aspettate (Betis e Girona) nascono da pessime letture dell’intera fase difensiva e questa pessima copertura del campo ha portato poi alla disfatta di Londra contr il Tottenham quando il livello della competizione si è alzato.
Per il Real è una situazione difficile da gestire ma chissà che non sia la vera svolta per la stagione. Le difficoltà e il sogno dell’impresa possono dare stimoli e motivazioni ad una squadra che ha troppo spesso dato l’impressione di avere la pancia piena. Ora c’è di nuovo qualcosa per cui lottare e altri passi falsi non sono concessi.