Cosa sta succedendo a Barcellona? Sono i molti a chiederselo dopo una stagione e soprattutto un’estate decisamente travagliate. Da certe parti sono abituati troppo bene per festeggiare con clamore una supercoppa di Spagna (contro il Siviglia) ed una coppa, quella del Re, vinta per altro ai danni del malcapitato e non certo blasonato Alavés. Aver fallito l’obiettivo Liga e l’eliminazione dalla Champions League per mano della Juventus hanno segnato la fine di un ciclo; sancita anche dall’addio di Luis Enrique.
Non sempre si può vincere. Per cui, a conti fatti, non è successo niente di catastrofico per i tifosi del Barça. Almeno fino a che, archiviata la stagione, non hanno cominciato a sgretolarsi alcune certezze.
Colpa per lo più di una presidenza, quella di Josep Mària Bartomeu, mai veramente digerita da soci e tifosi del club e che mai come in questa estate 2017 ha fatto storcere il naso anche a più accaniti sostenitori del numero uno blaugrana. Colpa di certe dichiarazioni avventate smentite dai fatti. Cosa che ha inevitabilmente suscitato un certo clamore.
Come ad esempio le parole rilasciate da Bartomeu ad inizio estate sulla probabilità di continuare a vedere la MSN-Messi, Suarez, Neymar incantare il Camp Nou: “Stiamo parlando di giocatori stellari. Siamo riusciti a chiudere i rinnovi e resteranno al Barcellona fino al 2021”. Poi in Catalogna è sbarcato il PSG con una valigia piena di milioni di euro e Neymar non ci ha pensato un attimo a fare le valigie e trasferirsi all’ombra della Tour Eiffel.
Un colpo che il Barça non ha accusato con grande diplomazia se è vero che il pagamento della clausola rescissoria del brasiliano da parte del club francese (formalmente, dunque, è avvenuto tutto secondo le regole) ha suscitato nella dirigenza blaugrana una reazione degna di un club di bassa lega con transfert negati, accuse ai limiti della calunnia e promesse neanche troppo velate di ricontrarsi in tribunale per quel premio di 26 milioni concordato con l’entourage del giocatore quando il brasiliano siglò il rinnovo che Bartomeu non ha alcuna intenzione di pagare.
Riconoscere, col senno di poi, di aver “fatto male a fidarci del padre di Neymar” è una magra consolazione. La speranza, per i sostenitori Cules, è che tra qualche mese non si debba ammettere anche di aver reinvestito male i 222 milioni di euro incassati sull’unghia dal PSG. L’estate del Barcellona è stata tutta un susseguirsi di rumors di mercato. L’obiettivo primario dei blaugrana era portare al Camp Nou Verratti. A dichiararlo, neanche a dirlo, lo stesso Bartomeu che ad inizio luglio fiero dichiarava: “E’ un giocatore che ci piace e sappiamo che lui vuole venire al Barça”. Qualche giorno dopo il regista del PSG ha cambiato procuratore e messo definitivamente a tacere le voci di un suo possibile trasferimento in Catalogna.
Non è certo andata meglio con le trattative per arrivare Ceballos, Di Maria o Coutinho, tutte saltate o mai decollate per motivi non meglio precisati. Diverso invece il discorso di Seri, centrocampista del Nizza, che Bartomeu aveva praticamente preso dal suo collega Jean-Pierre Rivere. In questo caso a bocciare l’acquisto è stato lo staff tecnico guidato da Valverde.
Alla Ciutat Deportiva Gamper alla fine sono arrivati solo Deulofeu, Paulinho (40 milioni spesi ed appena 2 mila persone presenti al Camp Nou il giorno della presentazione) e per una cifra astronomica (105 milioni di euro) rispetto al potenziale sinora espresso, Ousmane Dembélé. Nomi che non sembrano aver anestetizzato il malcontento della piazza. Che, per la prima volta da molti anni a questa parte, teme realmente che questi siano segnali di un evidente ridimensionamento delle ambizioni del club.
Perché nel frattempo, seppur sventolati ai quattro venti da Bartomeu, ad aggiungere preoccupazione c’è il fatto che i rinnovi di Iniesta e Messi non arrivano. L’accordo con l’argentino è stato dato per firmato dal numero uno blaugrana lo scorso luglio; notizia smentita subito da Jordi Mestre che ha invece parlato di accordo raggiunto ma non siglato. Bartomeu, per placare la piazza sgomenta, ha allora corretto il tiro spiegando che l’accordo sarebbe stato firmato non da Messi ma dal padre del giocatore. Tirando le somme, ad oggi l’ufficialità del prolungamento del numero 10 non è ancora arrivata.
Così come quella del prolungamento di Iniesta. Bartomeu ha dichiarato in una recente intervista che era stato raggiunto l’accordo per il estendere il contratto del fuoriclasse spagnolo in scadenza nel 2018. A smentire il numero uno del Barcellona è stato, in questo caso, lo stesso giocatore dal ritiro delle furie rosse. Un’altra gaffe presidenziale che non fa dormire sonni tranquilli ai tifosi Cules. E ad Ernesto Valverde che oltre a dover aprire un nuovo ciclo vincente è chiamato anche a dover restituire entusiasmo all’esigente pubblico del Camp Nou.