La premessa è nota: la vittoria della Juventus sulla Roma non è decisiva per lo scudetto. Ma qualche cosa in fondo racconta.
Ad esempio, grazie al gol di Higuain i bianconeri si laureano campioni di inverno con due giornate d’anticipo e rispediscono la Roma dopo appena 90 minuti di gioco dalla lotta scudetto a quella, affollatissima, per la Champions League. Non bastasse, la storia narra che nel 68,3% dei casi chi è arrivato in testa alla classifica alla chiusura del girone di andata ha poi cucito il tricolore sul petto a fine stagione. Non fosse questo ancora sufficiente a deprimere le presunte concorrenti è bene ricordare che la vittoria di ieri vuol dire per la squadra di Allegri venticinquesimo successo di fila in casa e ben 100 punti collezionati nel 2016. E nel girone di ritorno la Juventus giocherà dieci gare su diciannove allo Stadium.
La vittoria dei bianconeri racconta anche come tra la Juventus e le altre concorrenti c’è una differenza fondamentale che si chiama mentalità. La Roma non ha demeritato ma è salita a Torino in primis per non prenderle. La Juventus ha iniziato la partita per vincere e quando ha deciso di difendere per quanto abbia rischiato non si è comunque dovuta affannare più di tanto. Gerson ed Emerson sono poco più che gregari. Sturaro è invece un gregario di lusso. Uno di quelli che a primo acchito si può pensare non meriti la maglia bianconera ma che poi sfodera prestazioni come quelle con la Roma. Perché vestire la maglia della Juventus è in primis una questione di mentalità. Quella che non manca di certo a Gonzalo Higuain. Incredibile come ci sia qualcuno che per qualche gara senza reti possa mettere in dubbio le doti da centravanti di razza dell’argentino. La verità è semplicemente un’altra. Che mentre il Napoli giocava in funzione del suo centravanti la Juventus è da sempre una macchina oleata che premia il collettivo. Normale che le reti del bomber all’ombra della Mole siano dunque più dosate. È però importante che un giocatore pagato 90 milioni sappia essere decisivo nel momento del bisogno. Quello che ad Higuain riesce con incredibile costanza. C’è da dire poi che il centravanti ha una capacità più unica che rara che rappresenta un ulteriore valore aggiunto. Quella di crearsi da solo le occasioni da gol. Come accaduto in tempi recenti con il Torino prima e con la Roma poi. Ed il gol con i giallorossi è un concentrato di forza e tecnica che spiega in maniera cristallina perché può valere la pena fare un investimento ingente come quello fatto dai bianconeri in estate.
Passando alla Roma, è evidente che negli ultimi tempi qualche cosa si è inceppata. Come era prevedibile la partita dello Stadium si è sviluppata gioco forza per vie centrali ed il centrocampo giallorosso sembrava almeno sulla carta per interpreti più adatto a reggere la scena. Finisce invece che De Rossi, Strootman e Nainggolan praticamente scompaiono in quella che doveva essere la notte più importante. Il capitano nonostante l’esperienza dimostra sempre di soffrire certe partite. L’eventuale squalifica dell’olandese dopo il derby non avrebbe probabilmente nuociuto più che averlo in campo contro i bianconeri. Nainggolan si è acceso solo gli ultimo venti minuti quando Spalletti gli ha cambiato posizione. Insomma, il centrocampo della Roma che avrebbe dovuto tenere in mano il gioco ha finito per faticare anche a fare filtro. La scelta di Gerson poi è stata incomprensibile. Sebbene la musica non sia migliorata neanche con Salah in campo. C’è poi il nodo Perotti. L’ex Genoa da qualche tempo a questa parte è diventato un fantasma. Il che finisce per penalizzare Dzeko rimasto solo in queste ultime settimane fare a sportellate contro le difese avversarie. La coperta è corta e Salah a gennaio saluterà per la Coppa d’Africa. Per Spalletti si prospetta una sosta natalizia di intenso lavoro.