Sabato alle 20.45 si gioca Lazio-Juventus. In occasione di un classico di serie A riviviamo una delle sfide più avvincenti tra le due formazioni, datata 18 marzo 2001.
Il campionato di calcio 2000/01 lancia la serie A nel terzo millennio, e si vede. Gli acquisti di calciomercato sono da capogiro, gli attacchi stellari, le rose competitive: a fine anno retrocederanno, oltre la Reggina, il Bari con Cassano, il Napoli con Oddo, Jankulovski ed Edmundo, il Vicenza con Maggio, Zauli e Toni.
In occasione della ventitreesima giornata si incontrano la Lazio Campione d’Italia e la Juventus che lotta per il titolo inseguendo la Roma di Fabio Capello. In estate Cragnotti, non sazio delle spese e dei successi dell’anno precedente, regala ai propri tifosi acquisti del calibro di Hernan Crespo, Claudio Lopez e Angelo Peruzzi, mentre la Juve si rinforza grazie all’arrivo di un certo David Trezeguet. Gli allenatori Dino Zoff e Carlo Ancelotti sono riusciti a riportare le proprie squadre sui binari della vittoria dopo qualche scivolone iniziale, e quando si ritrovano una di fronte all’altra allo stadio Olimpico sono le formazioni più in forma del campionato insieme alla Roma. La Juventus è leggermente favorita, ma la Lazio gioca in casa e in quanto detentrice del titolo è la squadra da battere.
Nei primi minuti di gara emerge la delicatezza della partita. Le squadre sono tese, tendono a non scoprirsi, e di conseguenza il gioco non decolla. Sono i minuti in cui la mente è ancora lucida, e giocatori come Davids e Simeone piuttosto che farsi dribblare preferirebbero rischiare una querela per aggressione. E’ tuttavia un equilibrio delicato che si regge sulla finissima corda della tensione, e quando viene spezzato è irrecuperabile. A scoccare la prima freccia è la Lazio al 22’. L’azione è manovrata, e sembra contenibile. La Juve ha tre centrali difensivi schierati, ma sono molto stretti e si concentrano tutti su Poborsky che avanza centralmente a grandi falcate. Al momento giusto il ceco allarga per Crespo, il quale dal limite dell’area vede l’inserimento di Pavel Nedved, lo serve rasoterra sul secondo palo, e il centrocampista, in scivolata, appoggia in rete. I bianconeri sentono nel boato dell’Olimpico la durezza di uno schiaffo ricevuto nel sonno. Faticano a reagire, e il primo tempo si conclude con il meritato vantaggio biancoceleste.
Il primo minuto di gioco del secondo tempo è paradossale. I bianconeri, evidentemente caricati a dovere da Carletto Ancelotti durante l’intervallo, scendono in campo determinati riproducendosi in un calcio d’inizio zemaniano: mezza squadra scatta in avanti in attesa del lancio lungo. Il pallone termina in zona Del Piero, che però ne perde il possesso. Sul capovolgimento di fronte si ritrovano due laziali contro quattro juventini. I due laziali però sono l’immenso Juan Sebastian Veròn, autore di una partita magistrale, e Hernan Crespo, che sarà il capocannoniere del campionato con 26 reti. Il primo riceve palla a metà campo e in due secondi illumina d’immenso: dopo un primo dribbling sulla fascia laterale esegue in tutta eleganza un lancio di 40 metri per Crespo: una delle giocate a due tocchi più belle della storia del calcio. L’attaccante biancoceleste si trova servito in area contro due bianconeri, ma ha spazio e tempo di guardare Van Der Saar e mirare con tutta calma l’angolo alla sinistra del portiere. La Lazio raddoppia in grande stile. La reazione della Juventus è rabbiosa, ma disordinata: gli uomini di Ancelotti premono ma l’unica azione di rilievo è la traversa colpita da Trezeguet al 50’. La Vecchia Signora, che fino a quel momento non aveva mal figurato, perde lucidità e si fa trascinare dalla foga. Al 58’ Davids, esagitato in verità dall’inizio della gara, viene espulso da Collina. La classe però non manca, e dopo soli 60 secondi Zidane e Del Piero danno vita ad una folata offensiva impressionante. Il francese si inserisce nella tre quarti biancoceleste e serve Del Piero, che mette a segno uno dei tiri alla Del Piero più difficili della sua carriera. Il 2-1 riapre le speranze per la squadra ospite, la Lazio rischia un crollo psicologico: l’equilibrio potrebbe tornare, ma i nervi sono saltati. E’ una vertigine di emozioni: dopo un minuto dal gol bianconero Crespo viene servito in area di rigore, attira su di sé gli avversari e pesca fuori area Nedved; questi finge il tiro di destro, entra supera il confine dei sedici metri, e di sinistro batte l’estremo difensore firmando la doppietta personale e portando il punteggio sul 3-1. La partita a questo punto ha un solo padrone, la Lazio. Il punto esclamativo lo stampa all’81’ Hernan Crespo, che segna da pochi metri innescato dal cross rasoterra di Castromàn. A due minuti dalla fine, a riprova del nervosismo degli ospiti, verrà espulso anche Trezeguet, che lascerà i suoi in nove.
La Lazio terminerà il campionato con un onorevole terzo posto, e la sorte beffarda vorrà la Roma Campione d’Italia con due soli punti di vantaggio sulla Juve, che espugnando l’Olimpico quella sera del 18 marzo 2001 avrebbe avuto sicuramente una chance in più di prevalere sui giallorossi nella corsa al titolo.