Nell’estate del 1988 la Serie A apre le porte concedendo ad ogni squadra l’acquisto del terzo straniero in rosa. Milan e Juventus non si fanno scappare l’occasione: i rossoneri puntano su Rijkaard, centrocampista proveniente dal Real Saragozza che va a completare la coppia olandese fresca di scudetto formata da Gullit e Van Basten, mentre la Vecchia Signora porta in Italia Zavarov il primo sovietico a giocare nella massima serie. Il Campionato, tornato a diciotto squadre, vede le due squadre affrontarsi a San Siro in occasione della quarta giornata di ritorno. Le speranze scudetto sono affievolite, è l’anno dell’Inter dei record che con i tedeschi Breheme e Matthaus e il capocannoniere Aldo Serena ha già distanziato tutti trascinato da Giovanni Trapattoni allenatore, con l’eccezione del Napoli di Maradona che insegue a 3 punti di distanza. C’è però ancora un piazzamento Uefa da conquistare, con la la Juve che lotta con l’Atalanta per il quinto posto e il Milan che le precede di un solo punto.
I bianconeri partono forte sfruttando la tattica di fuorigioco applicata con coraggio che a volte diventa azzardo dagli uomini di Sacchi. A mettere una pezza alle voragini difensive c’è Galli, che con un’uscita bassa evita il primo gol juventino. Se ad iniziare all’attacco è la formazione ospite, sarà il Milan ad assumere sempre più il controllo della partita, regalando spettacolo con triangolazioni aeree mozzafiato. Un Van Basten indemoniato mette in crisi la difesa protetta da Tacconi: solo una grande prestazione del portiere baffuto e le vecchie regole di assegnazione dei gol impediranno all’attaccante milanista di segnare. Il primo gol infatti nasce da uno stop al volo a seguire dell’olandese, che scarica il mancino verso la porta avversaria; il tiro è deviato da Tricella che spiazza Tacconi e segna l’autogol che porta in vantaggio il Milan. Il raddoppio è spettacolare: Gullit, poco fuori dal vertice dell’area, pesca la testa di Van Basten con un cross d’esterno da fare invidia alle migliori trivele, il numero 9 fa sponda per Evani il quale calcia al volo trapassando un incolpevole Tacconi: il 2-0 rossonero manda in delirio il Meazza e fa capire agli avversari che non è giornata per espugnare San Siro, e solo un paio di miracoli dell’estremo difensore bianconero tengono il risultato invariato fino all’intervallo.
Nella ripresa Evani viene sostituito con Graziano Mannari, talentino del vivaio che in estate si è messo in evidenza grazie ad una rete segnata in un’amichevole contro il Real Madrid. da punto interrogativo diventerà protagonista di una giornata perfetta per il Milan: da una discesa di Donadoni sulla fascia sinistra nasce il cross che porterà al 3-0: il colpo di testa in tuffo a pochi centimetri da terra è proprio di Mannari, che anticipa tutti e sorprende Tacconi scavalcandolo con una veloce palombella che si insacca sul secondo palo. La Juventus inibita dallo strapotere rossonero si limita a contenere le folate avversarie, ma il morale è sotto terra e la mente rivolta ormai all’amaro ritorno verso casa. Il Milan non si ferma, anzi ne approfitta per affondare il poker: Costacurta da mediano puro verticalizza rasoterra per Mannari, scattato in profondità, il quale riceve quando si trova già alle spalle dei difensori bianconeri e ruba il tempo a Tacconi in uscita scartandolo con facilità e appoggiando, un attimo dopo, un debole tiro verso la porta sguarnita. Milan-Juventus termina 4-0, e l’unico dubbio che rimane a fine partita è se Tacconi pensi ancora che gli elicotteri con cui si è presentato Berlusconi alla presidenza del Milan gli serviranno per fuggire dagli stadi, come annunciato nel 1986 dopo la sfarzosa discesa in campo (una delle tante) del cavaliere.