Alto, possente, fortissimo di testa: questo era il profilo di Oliver Bierhoff, ex centravanti tedesco protagonista nel campionato Italiano nella seconda metà degli anni ’90. Nonostante la sua tecnica non eccezionale, è riuscito ad imporsi in quello che una volta era il campionato più bello e difficile del mondo, segnando goal pesanti per le squadre in cui ha giocato: ben 211 nei suoi 17 anni da calciatore professionista, di cui ben 150 in Italia con le maglie di Ascoli, Udinese, Milan e Chievo Verona. Ma adesso che fine ha fatto l’ex bomber tedesco? Prima di scoprirlo, ripercorriamo brevemente la sua carriera.
La carriera da calciatore professionista di Bierhoff comincia nel 1985 con il Bayer Uerdingen. Dopo tre anni si trasferisce prima all’Amburgo e poi al Borussia Monchegladbach, dove però non riesce mai realmente ad imporsi. Decide, così, di tentare un’esperienza all’estero, trasferendosi al Salisburgo. Alla prima partita di campionato con la nuova squadra mette a segno la bellezza di quattro goal, diventando subito l’idolo dei tifosi. I tanti goal messi a segno durante la stagione (25 in 35 presenze) attirano l’attenzione dell’ Inter, che lo compra e lo gira in prestito all’Ascoli. l’Impatto con il campionato italiano non è dei migliori: in 17 presenze con la maglia bianconera realizza soltanto due reti, colleziona una serie di brutti voti sui quotidiani sportivi ,e non aiuta certo la squadra ad evitare la retrocessione. Nonostante la brutta stagione, l’Ascoli decide di riscattarlo e Bierhoff rimane nelle Marche per altre tre stagioni in cui si riscatta alla grande, mettendo a segno 46 goal in 100 presenze. Nel 1995 passa all’Udinese, in Serie A. In Friuli trascorre, probabilmente, le migliori stagioni della sua carriera. In tre anni realizza 62 goal e, nel campionato 97/98, vince il titolo di capocannoniere della massima serie. Le buone prestazioni e i tanti goal convincono il Milan ad investire sull’ariete tedesco. Con la maglia rossonera rimane tre stagioni conquistando uno scudetto da protagonista. Le ultime due stagioni da calciatore le trascorre nel Monaco e nel Chievo, dove però non riesce a lasciare il segno e decide di appendere le scarpette al chiodo.
Dopo l’addio al calcio giocato, il 29 luglio del 2004, viene assunto dalla federazione calcistica della Germania in qualità di team manager della nazionale tedesca. Ruolo che ricopre tutt’ora.