Unico calciatore ad aver alzato al cielo tutti i trofei conquistati dal Parma calcio. Con 362 partite giocate (258 in Serie A, 46 in Coppa Italia e 58 nelle Coppe Europee), è secondo soltanto a Luigi Apolloni per numero di presenze con la maglia gialloblù. Con la maglia della nazionale Italiana ha partecipato alla sfortunata spedizione azzurra del mondiale ’94, disputando da titolare la finale persa ai rigori contro il Brasile. Stiamo parlando, ovviamente, di Antonio Benarrivo, storico terzino (sia destro che sinistro) del Parma anni ’90. Ma adesso che fine ha fatto l’ex idolo dei tifosi ducali? Prima di scoprirlo, ripercorriamo brevemente la sua carriera.
Antonio Benarrivo muove i suoi primi passi da calciatore professionista nella squadra della sua città, Brindisi, con i quali esordisce in Serie C1 a soli 18 anni. Con i pugliesi rimane per tre stagioni, nelle quali colleziona 76 presenze e tante belle prestazioni che gli valgono la chiamata del Padova, in Serie B. Nel Padova rimane solo due stagioni e nel campionato 90/91, anche grazie alle sue ottime prestazioni, sfiora la Serie A (persa solo all’ultima giornata per via di una sconfitta sul campo della Lucchese che non aveva più niente da chiedere al campionato). Nel 1991 passa al Parma di Nevio Scala che ha appena conquistato la qualificazione alla Coppa Uefa al primo anno in Serie A.
Nel Parma rimane per ben 13 anni e si afferma come uno dei migliori terzini in circolazione. Con i ducali conquista 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana, 2 Coppa Uefa, 1 Supercoppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe. Trofei (e prestazioni) che gli valgono anche la chiamata di Sacchi per il Mondiale del 1994 disputato negli USA, che ha visto la nostra nazionale arrendersi in finale al Brasile soltanto ai rigori. Nella memoria di Benarrivo il ricordo di quella finale è ancora vivo, recentemente ha dichiarato:”Ci penso sempre. Perdere un Mondiale ai rigori brucia. Eravamo due squadre stanchissime. Mi resi conto che alla fine dei supplementari, sullo 0-0, vidi alcuni giocatori della panchina del Brasile esultare. Mi ricordo che ero un po’ appannato, così chiesi ad Antonio Conte: ‘Ma abbiamo perso la partita?’. Lui mi rispose: ‘no, siamo andati ai rigori’. Evidentemente erano convinti di aver già vinto”.
Dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 2004, Benarrivo ha intrapreso la carriera di imprenditore e gestisce, insieme ad un amico, un’impresa edile nella sua Brindisi. Ma non nasconde la nostalgia per il calcio, ed infatti nel 2012 ha frequentato, a Coverciano, il corso di abilitazione per il master di allenatori professionisti con la speranza di poter tornare al più presto nel mondo che gli appartiene.