A ognuno le sue tradizioni. In tempi dove le sacre tradizioni vengono svalutate o, peggio ancora, totalmente calpestate, c’è ancora quel sentimento che ci permette di non far spegnere il fuoco sacro. Nel mondo del pallone, dove lo slogan “Calcio moderno” ha raggiunto cime altissime, il fenomeno del Boxing Day è forse una delle tradizioni più importanti che il football si porta avanti. Il consueto appuntamento sui campi di Premier League (ma anche in Scozia, Galles e Irlanda del Nord) per il giorno di Santo Stefano (che appunto essendo un santo, non viene venerato nei paesi di religione protestante) si rinnova ancora una volta, forse senza big match ma con lo stesso spirito di sempre.
Dall’origine medievale e poi ufficialmente festività nel 1871, con l’idea di poter dare qualche regalo anche a chi ne aveva più bisogno, dopo le festività natalizie: un modo per donare ai poveri o ai propri dipendenti, per ringraziarli del lavoro svolto durante tutto l’anno. Il nome “Boxing” che ricorda propria la “scatola” (box), che tradizionalmente veniva regalata con all’interno cibo e regali, o gli offertori delle chiese che restavano aperti, per permettere a chiunque di poter donare. Un giorno comunque di festa, da poter passare assieme alle proprie famiglie. Quando si entra però nella grande famiglia che è il calcio, difficilmente in giorni liberi come il 25 o 26 non si pensa di poter organizzare partite: e così nel giorno di natale e a santo stefano si disputavano tantissime partite amatoriali, solitamente a livello locale per evitare eccessivi spostamenti. Non avendo moltissimi dati attendibili, si indica formalmente come “Primo boxing day” la partita fra i neonati Sheffield United e Hallam del 26 dicembre 1860. Quando venne istituita la First Division nel 1888, giocare a Natale e Santo Stefano fu una delle dati più importanti del torneo: tantissime partite, e molto spesso derby locali, e la possibilità per tutti di poter andare allo stadio, diventando anche il giorno in cui i botteghini dei vari impianti registravano i maggiori incassi. Dal 1958, a seguito di alcune pressioni degli addetti ai lavori che preferivano passare almeno il Natale in famiglia, si decise di abolire le sfide del giorno di natale, lasciando invariato tutto per il 26. Nell’edizione del 1963 venne segnate addirittura 66 reti complessive nelle 10 partite giocate, record di marcature in una singola giornata di calcio inglese che resiste sino ad oggi. Come d’altronde la tradizione del boxing day, che esiste anche in altri sport come il Rugby e l’ippica e che è ricalcata in un certo senso anche in america col turno natalizio di pallacanestro con l’NBA o di Football American con l’NFL.
Nell’edizione attuale troviamo big match particolari, ma una serie di gare chiave per il proseguo della stagione: si comincia alle ore 13 (ora italiana) col derby fra il Watford di Mazzarri, una delle sorprese di inizio campionato, e il Crystal Palace, per l’esordio sulla panchina delle Eagles per Sam Allardyce. Alle ore 16 troviamo in campo il Chelsea capolista contro il Bornemouth, l’Arsenal contro la sorpresa West Bromwich Albion, il Manchester United contro il Sunderland, il Leicester contro l’Everton e le sfide in chiave salvezza Burnley-Middlesbrough e Swansea-West Ham. Alle ore 18.15 sarà la volta del Manchester United sul campo dell’Hull City, mentre nei giorni seguenti si completerà la giornata: il 27 sarà la volta del Liverpool contro lo Stoke City (ore 18.15) mentre il 28 saranno in campo alle 20.45 il Southampton e il Tottenham. Un giorno di pausa per poi tuffarci subito nel turno di capodanno, perché il calcio inglese è come il Signor Sauli: non ci lascia mai soli.