La competizione calcistica per club più affascinante del mondo ha emesso i suoi verdetti. La due giorni di Champions League disputatasi tra ieri e martedì ha infatti fornito il quadro completo delle qualificate agli ottavi. Qualche sorpresa e tante certezze e conferme. Il 15 dicembre verranno effettuati i sorteggi che determineranno gli accoppiamenti del primo turno ad eliminazione diretta dove sarà la sola Juventus a rappresentare l’Italia. In attesa di quel giorno, ecco il nostro Pagellone della fase a gironi della Champions.
Voto 10 al Real Madrid: i Blancos, detentori del trofeo, chiudono a punteggio pieno il loro girone. Un raggruppamento probabilmente non proibitivo, come del resto si può dire di altri. Ma c’era sempre il blasone del Liverpool che si pensava potesse creare qualche grattacapo ad Ancelotti e Co.. Invece le Merengues dominano in lungo e in largo, segnano valanghe di gol e ne subiscono veramente pochini. Nessuno come loro in tutta la competizione. Insomma, il Real si candida seriamente a concedere il bis. Una conferma qualora qualcuno avesse nutrito qualche dubbio;
Voto 9 a Cristiano Ronaldo e Leo Messi: non importa per cosa stiano giocando. Liga, Champions, Nazionale o torneo del quartiere. Qualunque sia la competizione, loro segnano caterve di gol ed infrangono record;
Voto 8 al Manchester City: il club di Manchester, l’unico tra i due a disputare la Champions, strappa la qualificazione all’ultimo respiro in quello che, a detta di chiunque, era il girone più difficile della competizione. Il voto deriva dal fatto che i citizens hanno trovato i punti utili per il passaggio del turno battendo con una fantastica rimonta il Bayern Monaco e superando nettamente la Roma nello scontro diretto dell’Olimpico. Come sanno fare solo le grandi squadre;
Voto 7 al Basilea: il club svizzero si qualifica a sorpresa alle spalle del Real Madrid eliminando, udite udite, il Liverpool. La cosa sorprendente è che i rossoblù sono andati a prendersi la qualificazione ad Anfield all’ultima giornata. Cosa che non capita certo tutti i giorni;
Voto 6 alla Juventus: i bianconeri tentano anche quest’anno di complicarsi la vita ma alla fine riescono ad accedere agli ottavi vincendo la partita che andava vinta, quella con l’Olympiacos allo Stadium. Ottimo risultato per Allegri, per il calcio italiano e per le casse della società che, complice l’uscita della Roma, beneficeranno dell’intera torta economica;
Voto 5 al meccanismo delle teste di serie: la logica per cui esistono gironi come quelli di Monaco e Porto è l’unico punto debole di questa affascinante competizione;
Voto 4 alla Roma: i giallorossi rimangono aggrappati alla qualificazione fino al 15’ della ripresa quando un gioiello di Nasri ricaccia i capitolini in Europa League. Un peccato, perché la Roma aveva veramente sfiorato l’impresa qualificazione in un girone di ferro. Però, a bocce ferme, rimangono due considerazioni al termine di questa esperienza in Champions: i punti sono arrivati praticamente solo con il CSKA, la squadra decisamente più abbordabile del girone; il pareggio di Manchester è stato solo un fuoco di paglia considerata la netta sconfitta (nell’atteggiamento più che nella sostanza) nel match decisivo dell’Olimpico. Sull’impietosa sconfitta record subita con il Bayern le colpe sono di altri;
Voto 3 a Rudi Garcia: il Mourinho venuto dalla Francia emula il collega portoghese nel tentativo di caricare l’ambiente e concentrare l’attenzione su di se piuttosto che sui giocatori. Però il Mourinho vero, quello che ha vinto tutto per intenderci, non presterebbe mai il fianco a figuracce come quella rimediata da una Roma stupidamente spavalda contro il Bayern Monaco. Perché nel calcio conta anche il contraccolpo psicologico che una sconfitta del genere può avere su una squadra che cerca una sua identità. Oltre, chiaramente, alla differenza reti che, col City in vantaggio, ha praticamente tramortito le speranze giallorosse dal momento che un pareggio con gol avrebbe comunque qualificato gli inglesi;
Voto 2 al Liverpool: il glorioso club inglese esce mestamente dalla competizione in un girone che, Real a parte, era decisamente abbordabile. In campionato le cose non vanno certo meglio. Assurdo per un club che qualche mese fa ha sfiorato la Premiership;
Voto 1 al Galatasaray di Cesare Prandelli: il club turco che lo scorso anno eliminò la Juve esce dalla Champions senza neanche qualificarsi per l’Europa League. Non basta un pallottoliere per tenere il conto delle reti incassate dai giallorossi. Cesare Prandelli, che sebbene da qualche settimana non sieda più sulla panchina del club di Istanbul è comunque l’artefice di questo disastro, non ha ritenuto di doversi accollare alcuna responsabilità per l’accaduto. Come è solito fare del resto.