Lo scorso fine settimana ad Old Trafford è andato in scena il match tra Manchester United ed Everton. E’ stato dunque il giorno del ritorno di Wayne Rooney nella tana dei Red Devils; ed anche quello di Lukaku opposto ai suoi ex compagni di Liverpool. Il centravanti dello United è stato impietoso mettendo la sua firma sul 4-0 della squadra di Mourinho. Meno fortunato è stato il Wonder Boy che oltre alla sconfitta ha poi chiuso la settimana con il ritiro della patente per due anni.
La storia del calcio è piena di incroci fra ex. A volte si tratta di incontri indolori. In altri casi, invece, si assiste a vendette in particolare da parte di chi ha ancora il dente avvelenato nei confronti dell’ex squadra. Abbiamo scelto di selezionare i cinque incroci fra ex più significativi. Quali? Scopriteli insieme a noi.
Gonzalo Higuain
Non bastasse la già di per se accesa rivalità tra Juventus e Napoli legata a questioni geografiche e di campo, il mercato 2016 regala una ragione in più per creare acredine. Si tratta, ovviamente, del trasferimento record di Gonzalo Higuain dai campani ai bianconeri per 90 milioni di euro. Tanti quanti previsti da una clausola rescissoria che Aurelio De Laurentiis, probabilmente, mai pensava potesse essere alla portata di un club italiano.
Il trasferimento di Higuain all’ombra della Mole viene vissuto dai tifosi partenopei come un vero e proprio tradimento. Tra il giocatore ed il Presidente del Napoli si innesca una polemica intorno alle responsabilità della cessione. De Laurentiis sostiene sia stata la volontà del centravanti a fare la differenza a prescindere dalla clausola rescissoria. Higuain ovviamente la pensa diversamente ed accusa il numero uno del Napoli di essere attaccato ai soldi.
Il caso vuole che le strade di Napoli e Juventus in stagione si incroceranno ben 4 volte (due in campionato e due in Coppa Italia). Occasione che Higuain coglie al volo per servire la sua personalissima vendetta contro il Presidente del Napoli siglando la bellezza di 4 reti (di cui 3 in coppa).
Frank Lampard
La mancata esultanza è ormai diventata un must per chi deve più di un semplice “grazie” alla maglia indossata in precedenza. E’ questo il caso di Frank Lampard che nel 2014 incrocia da avversario il Chelsea indossando la maglia del City.
Il giocatore entra in campo al 78′ minuto; giusto in tempo per rovinare i piani di un Chelsea che, avanti 1-0 a cinque minuti dal termine grazie al gol di Shurrle, non ha fatto i conti con la dura legge del gol dell’ex. Che impietosa si manifesta quando Frank Lampard raccoglie un assist di Milner e bruciando sul tempo l’ex compagno di squadra John Terry, spedisce il pallone in fondo alla rete.
Dopo 13 anni con la maglia dei Blues il giocatore non se la sente di festeggiare. Cosa che evidentemente, nonostante su Twitter qualche tifoso amareggiato si lasci andare al cinguettio “traditore”, viene apprezzata dai suoi ex tifosi. Che, quando qualche mese più tardi Lampard si affaccerà a Stamford Bridge, gli dedicheranno una standing ovation da pelle d’oca.
Cristiano Ronaldo
Il 22 Novembre 2016 il calendario di Champions League ha in programma l’incontro tra Sporting Lisbona e Real Madrid. E’ dunque il giorno del ritorno a casa di Cristiano Ronaldo che con il club lusitano si è affacciato nel calcio che conta. Ronaldo ritrova il campo che lo aveva fatto esordire più o meno tredici anni prima contro l’Inter, e con esso l’affetto dei tifosi che accolgono festanti il ritorno dell’asso portoghese.
E’ una giornata di celebrazioni con striscioni che si alternano ad onorificenze ed altre iniziative in favore dell’allora tre volte pallone d’oro ed orgoglio di una Nazione che CR7 ha appena condotto sul tetto d’Europa nella spedizione di Francia.
Ronaldo in realtà è già tornato a Lisbona quando ancora vestiva la maglia del Manchester United, ma tornarci da giocatore migliore del mondo e da eroe è tutta un’altra cosa. L’emozione, anche per uno abituato a mietere successi e sollevare trofei, deve essere tanta. Il Real vince l’incontro 2-1 ma Ronaldo, e questa è una notizia, non sigla neanche un gol. Chissà, forse per riconoscenza.
Roberto Baggio
Il ritorno di Roberto Baggio a Firenze è senz’altro una pagina di storia. E’ il 6 Aprile 1991 quando il Divin Codino si riaffaccia al Franchi indossando la maglia della Juventus. La cessione ai rivali storici dei viola è troppo fresca e nei cuori dei tifosi viola ancora brucia la rabbia per un addio mai veramente digerito ancora oggi.
La sfida vede prevalere la Fiorentina. Il match finisce infatti 1-0 per i viola con Roberto Baggio che non vuole calciare un penalty concesso alla Juventus ad inizio ripresa. Penalty che De Agostini fallì. Quella del futuro Pallone d’Oro è una prestazione veramente incolore tanto da costargli la sostituzione. Ed è al momento dell’uscita dal campo che si scrive la storia.
Lungo il tragitto che porta verso gli spogliatoi Roberto Baggio, fino a quel momento fischiato sonoramente dai suoi ex tifosi, raccoglie una sciarpa viola lanciatogli dalla tribuna e la porta via con se. I fischi si tramutano in sonori applausi ed il saluto ed il ringraziamento finale alla Fiesole prima di imboccare il tunnel trasformano il vocio di sottofondo in un boato generale. Sono gesti arrivati direttamente dal cuore. Gesti di professionisti seri che si piegano all’emozione.
Emmanuel Adebayor
C’è poi invece chi non essendo evidentemente in grado di dominare le emozioni, si lascia andare a briglia sciolta. Tanto da rimuovere con un colpo di spugna anni di gol e vittorie. Parliamo di Emmanuel Adebayor; un giocatore che a causa della sua esultanza scatenata in viso ai suoi ex tifosi ha rischiato veramente grosso. La partita incriminata è quella tra Manchester City e Arsenal.
La punta qualche mese prima, nel Luglio del 2009 per la precisione, è passata dai Gunners ai Citizens. Un trasferimento poco gradito dai tifosi londinesi che, in trasferta a Manchester, non esitano a manifestare il proprio disappunto ad ogni tocco di palla del togolese. Che però ad un certo punto segna e, evidentemente al limite della sopportazione, si fa tutto il campo correndo in maniera scomposta e con espressione irriverente fin sotto la curva dei sostenitori dei Gunners che per tutta risposta cominciano a lanciare oggetti dagli spalti ferendo tra l’altro, anche uno steward.
Evidentemente Adebayor soffriva particolarmente quella partita. Durante lo stesso match, infatti, la punta colpì con un calcio al volto l’ex compagno Robin Van Persie, a terra in seguito ad un contrasto di gioco. Il colpo del togolese al momento fu giudicato involontario dall’arbitro; ma sommato alla provocatoria esultanza costò all’attaccante tre giornate di squalifica. Ed un esame di coscienza, soprattutto dopo aver sentito le parole dell’ex compagno di squadra che definì il suo calcio come “Insensato e cattivo”.