“Quanto pesa una lacrima? Dipende:
la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento,
quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra”
Appoggiandoci a Gianni Rodari possiamo dire che Gigio Donnarumma tutto è tranne che un bambino affamato. Capriccioso? Probabilmente. Psicologicamente instabile? Così pare. Tanto sicuro tra i pali quanto facilmente manipolabile, stando a quanto dice il suo procuratore, quel vecchio volpone di Mino Raiola, quando c’è da firmare contratti.
Perché nonostante la firma apposta sul rinnovo quadriennale a 6 milioni a stagione appena un’estate fa, il Milan e Gigio Donnarumma sono nuovamente ai ferri corti. Come rivelato dal Corriere della Sera, a Casa Milan nei giorni scorsi sarebbero giunte una serie di mail firmate dal numero uno dei rossoneri e dal suo staff legale con le quali si sostiene che la firma del rinnovo arrivata lo scorso luglio sia stata forzata da una serie di pressioni psicologiche.
Sarebbe stato in particolare l’ambiente ha creare le condizioni affinché il giocatore perdesse la serenità e la lucidità necessarie per decidere liberamente del proprio futuro. Una condizione che, qualora si passasse alle vie legali, potrebbe portare ad invalidare il contratto. La speranza di Fassone è che Gigio non abbia la sua stessa predisposizioni per il passaggio alle vie formali.
Le vie formali che potrebbe percorrere Donnarumma sono due: il Collegio arbitrale della Lega di A ed il Tribunale del lavoro di Milano. Nel primo caso, come spiega l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, ognuna delle parti coinvolte potrebbe avere un proprio arbitro ed un terzo arbitro sarebbe chiamato a presiedere il collegio giudicante. Nel secondo, invece, i tempi si allungherebbero perché si aprirebbe un contenzioso con la necessità di coinvolgere testimoni per avvalorare le motivazioni delle parti.
Certo, seppur non impossibile, sembra difficile pensare che qualcuno possa sposare la posizione di un ragazzo che poco più di 5 mesi fa ha firmato un contratto che vale 120 volte quello precedente. Ma è evidente che il rapporto è logoro e che le parti dovranno trovare una soluzione. Che probabilmente potrebbe essere quella della cessione caldeggiata senza mezzi termini dalla Curva Sud con uno striscione esposto in occasione del match di Coppa Italia del Milan con il Verona:
“Violenza morale 6 milioni l’anno
e l’ingaggio di un fratello parassita?
Ora vattene, la pazienza è finita”
Un messaggio, accompagnato da fischi e cori offensivi, che sembra aver colpito Gigio Donnarumma rientrato negli spogliatoi in lacrime nonostante il tentativo di consolazione di capitan Bonucci.
Una reazione, quella di Donnarumma, che però onestamente stupisce. È sempre strano vedere un ragazzo di 18 anni piangere. È strano perché quella è generalmente l’età della sfrontatezza e della strafottenza. E Gigio Donnarumma in questi pochi ma travagliatissimi mesi ha dimostrato e sembra ancora oggi voler dimostrare di avere 18 anni non solo all’anagrafe.
Ma ragionandoci bene, la reazione di Donnarumma ha forse una ragione. È probabilmente figlia della scelta di non sostenere l’esame di maturità lo scorso luglio. Sarebbe opportuno individuare chi ha esercitato pressione psicologia sul povero Gigio tanto da indurlo a questa scelta. Troviamolo e condanniamo lui. Perché ha privato Donnarumma della possibilità di ripassare una nozione fondamentale. Ovvero la massima del poeta “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”.