Dallo scorso venerdì in Francia impazza il dibattito per il J’accuse di Mario Balotelli nei confronti dei tifosi del Bastia e del Paese in generale. Un duro sfogo quello dell’attaccante italiano affidato ad un tweet e che punta il dito verso l’atteggiamento razzista adottato nei suoi confronti dal pubblico corso e non prontamente condannato dagli addetti ai lavori. Ma uno sfogo, pacato sebbene duro ed elaborato a mente fredda, che cela anche un’altra (speriamo) grande verità. Andiamo però con ordine.
NIZZA-BASTIA: STORIA DI UNA RIVALITÀ NON SOLO CALCISTICA
Venerdì sera a Bastia va in scena il match tra i corsi ed il Nizza. Non si tratta di un vero derby. Classicisticamente parlando dalle parti della Costa Azzurra la rivalità più sentita sul rettangolo verde è quella che vede coinvolti i rossoneri ed il Monaco. Ma quella tra Nizza e Bastia è una questione che travalica il semplice gioco del calcio. È una questione politica. È Corsica contro Francia. Ed il perché Nizza venga considerata dai corsi la reincarnazione del paese transalpino, il demone da combattere per sconfiggere il sistema paese, è la storia a raccontarlo.
Corre l’anno 1976. In Corsica inizia a farsi strada il movimento indipendentista FLNC. Come spesso la storia racconta, le rivoluzioni od i suoi tentativi vedono i giovani, gli studenti in particolare, come attori principali della contesa. Nizza è una città universitaria. La più vicina per chi è nato e cresciuto in quella Corsica lontana qualche (neanche pochi poi) chilometri di mare. I tanti studenti corsi presenti nella città della riviera non trovano niente di meglio da fare, sull’onda del movimento indipendentista, che occupare l’università. Seguiranno giorni di disordini e frizioni che culmineranno negli incidenti che caratterizzeranno la finale di Coppa di Francia di quell’anno proprio tra, guarda caso, il Nizza ed il Bastia. Il calcio, cassa di risonanza mediatica per certi avvenimenti, viene tirato per il collo in questa contesa politica. L’andata a Nizza, che termina in rissa sul risultato di 2-2, è solo il preambolo di un match di ritorno che vede il portiere ospite Baratelli costretto a giocare almeno tre metri dalla linea di porta causa il continuo lancio di pietre ed altri oggetti vari in campo. Vince il Bastia 4-0 ma il risultato non verrà mai omologato. Così come mai verrà disputato il replay in campo neutro.
Nel 1992, complice ancora la Coppa di Francia, la rivalità tra Nizza e Bastia, che a questo punto ha annullato qualsiasi confine tra calcio e politica, sfocia nei violenti incidenti che caratterizzano il pre-partita nella città della riviera. Oltre tremila tifosi corsi sbarcano in città mettendo a ferro e fuoco tutto ciò che trovano lungo il cammino e devastano il settore ospiti dello stadio. Gli ultras di casa tentano la vendetta nel 2004 sottraendo uno striscione ai tifosi ospiti. Ma la pagheranno nel match di ritorno quando ad attenderli a Bastia trovano una città intera in atteggiamento non certo ospitale. Si va avanti con episodi simili fino allo scorso anno quando per tagliare la testa al toro si decide di vietare alle tifoserie ospiti le rispettive trasferte a Nizza e Bastia. Ma c’è un ma. Il prefetto di Nizza opta per un ulteriore provvedimento non certo illuminato. Vietare cioè in occasione del match all’Allianz Arena l’esposizione sia in città che allo stadio dello stendardo con la testa di moro simbolo della regione e vessillo degli indipendentisti. Tutto sembra filare liscio fino al fischio finale del match sebbene il Bastia sbarchi a Nizza con lo stemma parzialmente coperto da una X a mo di presa in giro verso l’assurdo provvedimento. A scatenare la bufera arriva però il portiere di riserva dei corsi Leca che, al termine dell’incontro vinto dagli ospiti, festeggia a centrocampo sventolando lo stendardo vietato scatenando l’ira dei presenti. Segue canonica rissa. Il resto è storia di venerdì quando il Nizza è stato accolto a Bastia dai soliti poco graditi convenevoli e Mario Balotelli è stato scelto come bersaglio principale affinché la situazione, piuttosto tesa, potesse diventare esplosiva.
LA REDENZIONE DI MARIO
Perché con queste premesse c’erano in effetti tutti i presupposti affinché Mario Balotelli in Bastia-Niza potesse gettare alle ortiche quanto di buono fatto in questi mesi al sole della Costa Azzurra lasciando il posto ad una delle sue Balotellate. Ed invece no. Nonostante sia stato ripetutamente oggetto di scherno ed insulti razzisti, documentati per altro dall’emittente BeinSport, Super Mario non ha fatto una piega incassando in silenzio pur non riuscendo comunque a canalizzare sul campo la rabbia evidentemente accumulata. Lo sfogo affidato a Twitter dal giocatore al termine di una partita che lo ha visto impalpabile e spesso in difficoltà, un po’ come tutto il Nizza del resto che sembra aver perso la brillantezza di inizio stagione ed ora si trova ad inseguire il Monaco, la dice lunga sullo stato d’animo di Balotelli durante la contesa del Furiani.
“Il razzismo è legale in Francia? O solo a Bastia?. Verona davvero”. Uno sfogo quello di Balotelli arrivato a denunciare il trattamento subito e che è stato ripreso da L’Equipe, Le Monde, Figaro e dalla stampa internazionale in generale scatenando un dibattito acceso tenuto anche conto che la Francia si trova in un periodo pre-elettorale con il Front National, partito di estrema destra, in forte ascesa nei sondaggi. Le parole di Balotelli, che ha subito trovato la sponda del Nizza che in un comunicato gli ha garantito il totale sostegno, hanno spinto anche la Lega francese a prendere una posizione di condanna con ulteriore apertura di un’inchiesta. Meno netta la posizione del Bastia che non nega ma neanche ammette l’episodio e che comunque si dichiara pronto a far luce su “comportamenti stupidi ed inaccettabili”.
Fin qui la storia di una rivalità e la cronaca dei fatti di venerdì. C’è un’ultima considerazione che preme però fare e che ci riporta al calcio giocato. Mario Balotelli ha dimostrato ancora una volta in questa stagione che la sua voglia di cambiamento e rinascita non è solo l’ennesimo buon proposito di una carriera sin qui condizionata da troppi bassi che hanno offuscato gli innegabili alti; ma una vera e propria missione che il giocatore ha deciso di condurre sino in fondo con convinzione e dedizione. La scelta di Super Mario di sposare la causa del Nizza poggiava ad inizio estate su alcune certezze. Una su tutte quella di ripartire da un paese apparentemente aperto al multiculturalismo. Le apparenze, è noto, a volte ingannano. Ma ciò che invece sicuramente resterà di questa serata a Bastia è un Mario Balotelli che si limita una sola volta, durante il riscaldamento, a fare il gesto del silenzio verso il pubblico che lo insulta con beceri “buh” razzisti e che poi per novanta minuti si comporta da professionista senza cedere alle provocazioni. Indice che il percorso di redenzione di Mario Balotelli da Bad a Good boy è forse prossimo al definitivo compimento.