Lo scorso 24 maggio allo Stade Vélodrome si consumava quella che era l’ennesima chance per un Mario Balotelli dopo appena sei mesi trascorsi in Provenza. Approdato alla corte di Rudi Garcia nel mercato invernale con un ingaggio monstre (4 milioni di euro per 6 mesi più 150mila ogni 5 gol), dopo aver rescisso il contratto con il Nizza, non erano in pochi a pensare che quella fosse la sua ultima possibilità per poter dimostrare il suo reale valore e conquistare tutti (o quasi). Avventura iniziata particolarmente bene, almeno da un punto di vista personale, con tanto di gol all’esordio (gara persa in casa contro il Lille per 2-1), come anche era accaduto quando iniziò a giocare in Riviera, ma il suo solito rendimento altalenante e i suoi non rari colpi di testa influirono ancora una volta nel periodo trascorso con Les Phocéens.
L’ultimo, appunto, nella gara casalinga contro il Montpellier, dove entrò al 14’ del secondo tempo e circa mezz’ora più tardi si fece buttare fuori dall’arbitro Antony Gautier per un intervento killer ai danni di Daniel Congré. Quella fu la prima delle brutte notizie, poiché il giudice sportivo gli inflisse una squalifica per quattro giornate e successivamente Jacques-Henri Eyraud, presidente dell’OM, decise di non rinnovargli il contratto. Nonostante 7 reti in 13 presenze, Balotelli si ritrovò nuovamente senza squadra.
Mario Balotelli in estate
A seguito di quanto accaduto a fine maggio in quel di Marsiglia, il futuro di SuperMario sembrava essere sicuramente lontano dalla Provenza e probabilmente anche lontano dall’Europa. Infatti, dopo più di un mese di silenzio radio, l’unica offerta reale presentata sul tavolo di Raiola per l’acquisto dell’attaccante palermitano, venne da oltreoceano (il Flamengo). Il vicepresidente MarcosBraz, il ds Bruno Spindel ed il legale del club Marcos Motta partirono per l’Italia dall’aeroporto Tom Jobim di Rio de Janeiro il 13 agosto per cercare di portare Balotelli al club carioca.
L’offerta non era per niente male (tre milioni di euro netti per due stagioni), anche il suo amico Gabigol sembrava nutrire forti speranze per il suo trasferimento in rossonero, ma chi non era convinto era il numero 9 cresciuto a Bagnolo Mella. In quel periodo di indecisione si fece avanti Massimo Cellino, presidente del Brescia, avendo dalla sua il fattore nostalgia oltre che poteva offrirgli la possibilità di tornare a giocare nel campionato maggiore italiano e restare, quindi, in Europa.
Balotelli rientra in Italia
Il 18 agosto è la data che i tifosi del Brescia difficilmente riusciranno a dimenticare, poiché in quel giorno Balotelli siglava nero su bianco la firma per un contratto triennale con le rondinelle. A parità di offerte, prevalsero il cuore e soprattutto la possibilità di avere una maggiore visibilità dal CT della nazionale, Roberto Mancini. Alla presentazione si mostra sicuro e con gli obbiettivi chiari “Paure io? Zero. con la Nazionale adesso dipende da me” e inoltre sostiene “Quando c’è stato il Brescia non ho più pensato ad altro”. Ma l’attesa per l’esordio è tutt’altro che breve, poiché dovrà scontare le quattro giornate di squalifica rimediate in Ligue 1.
Ma l’impegno e la volontà di fare bene non mancano, timbra il suo esordio non ufficiale con una rete contro il Frosinone, squadra di categoria inferiore, ma comunque è un buon inizio “Mi sono allenato più in questo periodo che in tutta la mia vita. Non ho i 90′ sulle gambe, ma sono a disposizione”, ha dichiarato lo scorso 21 settembre prima del ritorno in Serie A al Rigamonti contro la Juventus.
Se Balo tornasse in Nazionale?
Dopo 1092 giorni dall’ultima volta SuperMario torna a calcare i campi della Serie A, proprio contro la Juventus, l’ultima squadra affrontata nella finale di Tim Cup della stagione 2015/2016 dove i bianconeri si imposero per 1-0 ai supplementari con una rete siglata da Alvaro Morata. Quel giorno si chiuse uno dei tanti capitoli negativi di Balotelli e il 25 settembre 2019 potrebbe rappresentare un nuovo (vero) inizio per il numero 9 delle Rondinelle. Nonostante il netto divario, almeno sulla carta, tra le due compagini, l’undici di Corini non si lascia intimorire e si porta in vantaggio con Alfredo Donnarumma. Partita conclusasi poi con la rimonta bianconera, poiché alla lunga sono venute fuori le differenze dei singoli.
Balotelli, pur non segnando, si mostra sicuro e senza paura al suo esordio ed è autore di una discreta gara. Riesce, inoltre, a giocare per tutti i 90’ nonostante la diffidenza nutrita dal giocatore stesso in merito alla sua condizione di forma. Nella sua seconda gara lo aspetta il Napoli, una coppia di partite con la quale nessun giocatore vorrebbe esordire, ma questo è ciò che spetta a Balotelli, che coglie nuovamente la sfida e si conferma anche nella gara del San Paolo, ritrovando il gol in Serie A (nel massimo campionato italiano non capitava dal 9 aprile 2016 contro la Juventus).
Ma le sue performance non sono sufficienti ancora per ricevere la chiamata di Roberto Mancini, considerato anche l’ottimo periodo di forma di Belotti e Immobile. Lo stesso CT però non chiude la porta ad un suo eventuale ritorno in Nazionale “Mi sembra che Mario non stia benissimo fisicamente, anche se tecnicamente sa sempre fare cose ottime, come ha fatto vedere soprattutto contro il Napoli. Per una sua convocazione vedremo più avanti”. Sempre pensando ai fasti di Euro 2012, naturalmente.