Torino, 29 gennaio 2017. Sul campo i granata ottengono quel giorno un non memorabile 1-1 contro gli l’Atalanta di Gasperini. Risultato che serve a poco per i padroni di casa, frustrati da una stagione non troppo esaltante nonostante diversi elementi di talento. Spicca Belotti, nel suo migliore anno in carriera: molte prestazioni più che convincenti del Gallo lasciano fuori gli altri elementi del reparto offensivo, la concorrenza si fa da parte per preparare l’ascesa dell’ex Palermo. Fra i volti rimasti da parte, c’è chi non è fra i convocati decide di far le valigie in cerca di una piazza che garantisca un maggior minutaggio. Il caso di Josef Martínez è emblematico: nonostante la giovane età (24 da compiere due mesi dopo) si dirige dove di solito si va a chiudere la carriera o, nel caso di suoi compatrioti, a trovare un futuro migliore. Calcisticamente parlando un netto passo indietro. Negli States però il calcio è sempre più in espansione e per certi versi sembra più formativo cimentarsi fra stadi pazzeschi, giovani talentuosi e vecchi che in Europa hanno detto la loro. Dopo due anni Josef Martinez è capocannoniere della Lega e probabilmente uno dei suoi interpreti più importanti. Stella e faro dell’Atlanta United, campione di Mls al secondo anno della sua storia. Il tutto grazie a chi aveva già maneggiato un certo Lionel Messi e che più di tutti ha desiderato il venezuelano.
L’Atlanta di Josef Martínez
La storia dei rossoneri della Georgia, nati nel 2014 ma reduci dalla seconda stagione in MLS, si lega con quella dell’ex Barcellona, Argentina e Paraguay Tata Gerardo Martino, scelto per la sua esperienza e con l’impegno di fare un progetto che attinga il più possibile dai club europei. Ideologo di tutto questo è chiaramente il proprietario Arthur Blank, che ha in mano anche gli Atlanta Falcons, la squadra di football americano della città, e che è artefice del progetto che ha portato alla costruzione del Mercedes-Benz Stadium, inaugurato nel 2017 e diventato coi suoi 71mila posti lo stadio riservato al calcio più grande di tutta la Mls, dove domenica dopo domenica s’infrangono record di spettatori della storia del calcio americano. Medie di oltre 50mila spettatori fin dall’inizio, a rimarcare la grande voglia che in Georgia c’è di soccer, in un momento di assoluta magra per le altre compagini cittadine. Dopo i netti passi in avanti che vi erano stati negli ultimi tempi, l’impressione è che il sogno americano si fosse quasi arenato. In Georgia però sembra avere trovato la sua dimensione naturale in incredibili tempi record. Dopo una prima stagione di warm up conclusa al primo turno dei play-offs, quest’anno la giusta sterzata seguendo pedissequamente il Tata Martino.
Sudamericani ad Atlanta
Per ovvi motivi non può mancare un mercato con una folta colonia di sudamericani: oltre al già citati Martinez infatti anche gli argentini Ezquiel Barco (15 milioni di dollari all’Independiente, per questo talentuoso classe 99), Franco Escobar (via Newell’s Old Boys) ed Ezquiel Remedi (via Banfield), l’ex Tijuana Greg Garza a fronte di cessioni come il cileno ex Atalanta Carlos Carmona. Fin da subito il modus operandi del Tata ha portato i suoi frutti: difesa a 3 o a 5 in base a come i terzini Escobar e Garza vengono piazzati, per controllare tutte le altre compagini che gran parte delle volte attaccano a due o a tre, centrocampo dinamico con il tedesco Julian Gressel fulcro del gioco e attacco con la coppia inossidabile formata da Josef Martinez e Miguel Almiron, un paraguayano trapiantato nelle Five Stripes fin dalla fondazione. Insieme hanno prodotto 48 reti: 13 il paraguaiano, ben 35 l’ex Torino. Dietro di loro Hector Villalba, altro argentino che sta sfruttando al meglio le opportunità offerte da Martino.
Prospettive d’Atlanta
La regular season si chiude con il secondo posto alla spalle della più blasonata New York Red Bull, diventando di fatto la squadra da battere. Nei playoffs vengono battute le due squadre di New York, proprio i Red Bull e i New York City senza eccessive difficoltà. La finale contro i Portland Timbers è incerta ed equilibrata per lunghi tratti, salvo poi essere risolta a cavallo fra primo e secondo tempo con le reti del solito Martinez (39′), alla fine capocannoniere e MVP della MLS, e di Escobar (54′). Vittoria nel tripudio generale, con una grande parata in perfetto stile americano per le strade della Coca Cola city. Gerardo Martino, premiato come miglior allenatore del campionato, vince il suo primo trofeo nel terzo continente dove ha allenato e si appresta a chiudere il ciclo. da novembre infatti è quasi formalizzata la sua scelta di andare ad allenare per l’anno che verrà la nazionale Messicana, in procinto di ripartire dopo aver chiuso il ciclo con Juan Carlos Osorio, andato ad allenare il Paraguay. Per quanto riguarda il mercato invece non abbiamo ancora notizie, anche se è certo che ad esempio Almiron interessa a moltissime squadre europee. Non abbiamo certezze, ma è abbastanza probabile che si continui su una certa via sudamericana per rinforzare l’Atlanta, d’ora in poi vista potenzialmente, assieme a l’MLS in generale, come tappa intermedia fra Sud America ed Europa: possibilità economiche di trattate e poi lanciare giovani promesse senza lasciarle a marcire sulle panchine europee, dove troppo spesso i giovani restano troppo frequentemente. Il tutto a prescindere dalla formazione che il campionato, sicuramente inferiore a gran parte di quelli europei ma non per questo meno utile nella crescita di un giocatore. Gli orizzonti e lo scouting si espande e gli States non sono da meno: nel mese di luglio il portiere del Columbs Crew Zack Steffen, premiato come miglior portiere dell’anno, raggiungerà Pep Guardiola alla corte di Manchester. Chissà che in futuro anche Martinez non possa seguirlo tornando alle origini. Rinato ad Atlanta.