Il 4 ottobre 1992 si gioca la quinta giornata di campionato che presenta almeno due analogie con questa domenica: si incontrano Fiorentina e Milan, e la città di Genova ha subito una delle tante alluvioni della sua storia. Il Milan è reduce da tre vittorie consecutive ed è a punteggio pieno in classifica, con ben otto reti realizzate. La quarta giornata di campionato la squadra di Capello avrebbe dovuto giocarla a Marassi contro la Sampdoria, ma il disastro ambientale ha causato il rinvio della partita. La Fiorentina arriva dal pareggio per 2 a 2 di San Siro contro l’Inter e nell’ultima gara casalinga ha rifilato ben sette reti al malcapitato Ancona; una gara quindi che promette spettacolo e goal, il duello tra i bomber Van Basten ed un giovane Batistuta, l’ex viola Massaro e Ciccio Baiano.
Il Milan si presenta in formazione tipo, davanti ad Antonioli solita linea difensiva Tassotti-Baresi-Costacurta-Maldini, centrocampo con la fantasia di Lentini , le geometrie di Albertini e la classe di Rijkaard, in avanti il trio Gullit-Van Basten-Massaro. I padroni di casa rispondono con la coppia d’attacco Batistuta – Baiano supportati dalle giocate di Orlando, con Laudrup ed Effenberg ad apportare vivacità e fantasia al centrocampo.
Al Franchi è tutto esaurito, in tribuna spicca l’ex allenatore rossonero Arrigo Sacchi. La partita inizia subito con la Fiorentina in avanti, che dopo meno di un quarto d’ora sblocca subito il risultato; palla in verticale di Orlando, uscita disperata di Antonioli sull’avversario e palla che arriva sui piedi di Baiano che senza troppa difficoltà deposita il pallone in rete firmando il vantaggio viola. Il Milan reagisce subito con Lentini, ma è bravo Mannini a deviare in calcio d’angolo. Al venticinquesimo arriva il pareggio rossonero firmato dall’ex Massaro che su cross dalla destra devia di testa nell’angolino basso alla destra di Mannini. E’ 1 a 1.
Passano appena nove minuti e splendido passaggio filtrante di Gullit per Lentini che entra in area e con un dolce tocco di destro batte ancora Mannini: il 2-1 rossonero è frutto di uno dei pochi acuti dell’ex granata con la maglia del Milan. La Fiorentina produce il massimo sforzo per agguantare il pareggio, ma dopo soli otto minuti è Gullit a firmare il 3 a 1 per il Milan con un potente diagonale da destra che si infila rasoterra alla destra di Mannini. Il Milan al Franchi è un fiume in piena pronto a straripare, e così accade: la Fiorentina non ha neanche il tempo di riprendersi dalla batosta che tre minuti più tardi Gullit lascia partire un cross su cui si avventa Massaro che a due passi dalla linea di porta insacca il 4 a 1. Per la vecchia gloria è doppietta.
Nella ripresa c’è un cambio tra i pali della porta rossonera, entra Sebastiano Rossi per Antonioli bloccato da problemi alla schiena; tempo tre minuti e viola in goal grazie ad Effenberg che sfrutta una respinta troppo corta di Rossi su colpo di testa di Batistuta, è il goal del 2 a 4 e al Franchi si torna a sperare con le ultime forze che solo i tifosi veraci possono trovare in momenti simili. I viola tentano l’impresa disperata di riagguantare la partita ma Rossi si supera in più di un’occasione deviando i vari tentativi viola. Per i toscani è una giornata no: a undici minuti dal termine il Milan chiude definitivamente la gara grazie ad un bolide esploso dal destro di Van Basten. L’eleganza di quel Milan non lascia spazio alla pietà nemmeno sul 2-5. Gli uomini di Capello non si fermano e tre minuti dalla fine arriva la doppietta di Ruud Gullit, un colpo di testa su cross dalla destra di Marco Van Basten. Sul 2-6 rimane solo l’orgoglio a spingere la Fiorentina in avanti, ed all’ennesimo tentativo Di Mauro da pochi passi trova il varco giusto e batte Rossi. A rimettere le cose al suo posto ci pensa il centravanti più forte in circolazione: la doppietta di Van Basten arriva puntuale proprio al novantesimo: cross di Tassotti dalla destra, controllo di destro per mandare a vuoto il difensore e sinistro in precario equilibrio alle spalle di Mannini, è il definitivo 3 a 7.
Al termine della gara mister Radice non potrà fare altro che riconoscere la superiorità dei rossoneri. L’unica analogia che si può trovare tra quel Milan e quello di oggi è che tra le fila dei rossoneri figura il capocannoniere della serie A, Keisuke Honda, con 6 reti all’attivo: lo stesso numero di gol che aveva segnato fino a quel momento Marco Van Basten.