No, il campionato di Serie A 2017-2018 non è certo finito il 3 marzo. Ma sicuramente dopo il big match dell’Olimpico tra Lazio e Juventus e quello del San Paolo tra Napoli e Roma, qualcosa è cambiato.
La squadra di Allegri supera all’ultimo respiro i biancocelesti di Inzaghi grazie ad una prodezza del redivivo Paulo Dybala. Quando nella notte dell’Olimpico c’è ormai solo un soffio di speranza di poter portare a casa i tre punti, il numero 10 argentino si inventa un capolavoro nello stretto mettendo a sedere Ramos, resistendo al ritorno di Parolo e chiudendo con un diagonale di sinistro, praticamente da terra, che si infila dritto all’incrocio sul lato opposto e manda in visibilio i bianconeri.
Un 1-0 finale che, nel complesso dei 90′, premia eccessivamente la Juventus e getta nello sconforto una Lazio che ha avuto il grande torto di non credere a sufficienza nel tre-su-tre ovvero nella possibilità di infliggere ai bianconeri la terza sconfitta in altrettanti incroci stagionali ripetendo dunque quanto fatto in agosto nella finale di Supercoppa Italiana e poco più avanti nella visita a domicilio allo Stadium.
Ma se è vero che nel complesso la squadra di Inzaghi si è fatta preferire per intensità e proattività, è anche vero che alla fine sono i fatti a fare la differenza. Ed i fatti dicono che la Juventus ha vinto ed ora, complice la sconfitta del Napoli e con un match, quello con l’Atalanta, da recuperare, è virtualmente in testa al campionato in solitaria.
Un dato questo che non può che far riflettere. La Juventus di questa stagione è probabilmente la più brutta ed incompleta delle ultime sette annate. Ma nonostante ciò vince ed è ancora in corsa su tutti e tre i fronti: campionato, Coppa Italia (finale con il Milan) e Champions League. La sensazione, quando si parla dei bianconeri, è che Pjanic e compagni non abbiano ancora raggiunto il 100% del loro potenziale. Una sensazione che però, giunti a questo punto della stagione, potrebbe per l’appunto essere solo una sensazione. Potrebbe in sostanza trattarsi di un errore.
Sono le mosse di Allegri. di fatto, a suggerire questo. Il tecnico dei bianconeri sembra avere abbastanza chiari i limiti della sua squadra. Un percorso verso la consapevolezza che forse ha richiesto più tempo rispetto agli scorsi anni, ma che alla fine ha trovato una sua risoluzione. Allegri infatti, tranne che nella sciagurata notte di Champions contro il Tottenham, ha capito che questa Juventus non può concedersi il lusso di giocare con due soli centrocampisti (Pjanic e Khedira) e si è arreso poco alla volta alla necessità di rimpolpare il centrocampo; cosa fatta con l’inserimento di Matuidi tra i titolari ed il passaggio al 4-3-3, modulo che ha consentito ai bianconeri di trovare la quadra in campionato ed in Europa.
Anche ieri sera all’Olimpico con la Lazio Allegri, pur schierandosi in partenza a tre in difesa, ha comunque optato per una mediana di faticatori con il quintetto di centrocampo completato dagli instancabili Lichtsteiner e Asamoah. Mossa che poi ha consentito al tecnico di passare con disinvoltura alla difesa a 4 in corso d’opera.
Il risultato di tutto ciò è che la Juventus è brutta a vedersi; è impacciata. Forse non ha del tutto chiaro cosa e come farlo. Ma è quadrata, non subisce più reti e continua a vincere. Anche in una serata come quella di ieri in cui i bianconeri non hanno mai trovato la via della conclusione a rete, alla fine è arrivata la zampata vincente di Dybala che ha regalato tre punti fondamentali in ottica scudetto.
Anche perché il colpaccio all’ultimo secondo della Juventus ha messo ulteriormente sotto pressione un Napoli che per cercare di reagire allo scatto dei bianconeri ha finito per incassare 4 gol dalla Roma.
Una partita, quella del San Paolo, abbastanza strana perché se è vero che la Roma ha meritato di vincerla è anche vero che in definitiva non risulta ancora chiaro, anche a mente fredda, se il Napoli abbia realmente meritato di perderla. Sicuramente non è stata la peggior partita della squadra di Sarri in stagione. Altrettanto sicuramente non è stata la migliore. Complice l’ansia da prestazione.
Ecco, è proprio questo forse il maggior limite degli azzurri. Mentre la Juventus giochicchia e vince, il Napoli lascia sempre l’impressione (lo avevamo già detto in passato) di dover giocare sempre oltre le proprie possibilità per raggiungere la vittoria. Il che fa si che basti un intoppo, una serata forse neanche troppo storta ma probabilmente sfortunata, per rischiare di mandare all’aria una stagione.
Una stagione che il Napoli ha incentrato esclusivamente sulla conquista dello scudetto. A ragione, se è vero che questa, come dicevamo, è la Juventus più brutta ed incompleta degli ultimi 7 anni. A torto, se è vero che nonostante tutto i bianconeri continuano ad essere una macchina da guerra che, per altro, quando c’è stata l’occasione ha portato a casa anche il primo scontro diretto.
Non sarà facile per Sarri ed una città sognante affrontare questa settimana che porta per altro al difficile match di San Siro con l’Inter. Non sarà facile perché i quattro schiaffi rifilati dalla Roma impongono inevitabilmente una riflessione. Sull’uscita ai quarti in Coppa Italia; sull’eliminazione in Champions; su quella successiva dall’Europa League. Sul fatto che nonostante un cammino eccezionale in campionato, lo scontro diretto e la classifica dicano Juventus.
No, il campionato di Serie A 2017-2018 non è certo finito sabato 3 marzo. Ma la sensazione del day after è che qualcosa è definitivamente cambiato.